domenica, Aprile 20, 2025

Iran chiede risarcimento danni agli USA

Negli ultimi giorni, si è vista, da parte dell’Iran, uno spiraglio di luce circa le sanzioni imposte dall’occidente.

Stando alle parole del segretario del consiglio per il Discernimento del paese, Mohsen Rezai, l’Iran potrebbe tornare a sedersi al tavolo delle trattative, ma, ha dichiarato Rezai: ” Abbiamo bisogno di condizioni che vadano oltre il Piano d’azione globale congiunto (PACG). Se gli americani vogliono che torniamo a rispettare il PACG, devono farlo da soli e pagare almeno 50 miliardi di dollari per i danni dovuti alle sanzioni”.

Il segreatario oltre ad offrire una possibilità di uscita per la difficile situazione nella quale si trovano Stati Uniti e Iran, ha dichiarato che gli attacchi houthi alle piattaforme petrolifere, dei quali è accusato il Paese degli ayatollah di esserne l’autore, secondo Rezai hanno mostrato semplicemente la vulnerabilità della sicurezza saudita.

Pomo della discordia tra Stati Uniti e Iran è l’accordo sul nucleare, siglato il 14 luglio 2015, tra l’Iran e la controparte europea e americana, che, a quell’epoca, era rappresentata dall’amministrazione Obama.

L’accordo in questione prevedeva un’ampia riduzione dell’arricchimento dell’uranio, in cambio del quale, sarebbero state eleiminate alcune sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

Il trattato stipulato quattro anni fa ha avuto vita breve, poichè l’anno scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso unilateralmente di abbandonare l’accordo sul nucleare e, allo stesso tempo, di ripristinare le sanzioni, inasprite successivamente.

La repubblica islamica, dal canto suo, non è rimasta a guardare, infatti, l’anno seguente al ritiro statunitense dall’accordo sul nucleare, ha deciso di violare alcuni punti dell’accordo, come per esempio, la riduzione dell’arricchimento dell’uranio e dell’acqua pesante.

La seconda fase di disimpegno dall’accordo, secondo quanto affermato dalle autorità iraniane, l’arricchimento dell’uranio avrebbe raggiunto i livelli necessari a soddisfare i fabbisogni del Paese.

Le autorità iraniane hanno dato il via alla terza fase di disimpegno dagli accordi sul nucleare, il sei settembre. In questa ulteriore fase l’Iran ampliare gli studi e le ricerche sul nucleare.

Se l’amministrazione Trump, da un lato, non ha alcuna intenzione di tornare indietro rispetto al ripristino delle sanzioni summenzionate, i Paesi europei firmatari dell’accordo, hanno vedute diverse, infatti, quando Trump decise di abbandoare il trattato siglato da Obama, il segretario europeo per l’Energia Miguel Arias Cañete, in un colloquio avuto con il ministro degli esteri iraniano Zarif, ha dichiarato: ” I paesi dell’UE danno doppio significato al mantenimento del piano d’azione globale comune, e la volontà politica dell’UE è quella di implementare il PACG e portare avanti la cooperazione tra le imprese europee e iraniane”.

Il segretario europeo ha voluto rassicurare l’Iran circa gli impegni presi quattro anni prima, ma per il ministro degli esteri Zarif, ciò non è sufficente, e vorrebbe che l’Europa facesse di più per il mantenimento dell’accordo, il titolare degli esteri ha perciò dichiarato: ” Con il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo, le aspettative dell’opinione pubblica dell’Unione Europea riguardo il mantenimento del PACG sono aumentate, e nelle condizioni attuali il sostegno politico europeo all’accordo nucleare non è sufficiente. Per continuare la cooperazione economica con l’Iran, l’UE dovrebbe assumere maggiori provvedimenti pratici e aumentare i propri investimenti in Iran “.

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