Nei giorni scorsi, è stato diffuso un video che probabilmente tutti abbiamo già visto. Nel filmato, girato all’interno di un’aula scolastica, compare un’insegnante in evidente stato di agitazione, mentre tenta invano di fare l’appello. La professoressa continua a ripetere lo stesso nome, sempre più inquieta. I ragazzi inizialmente appaiono divertiti, la deridono, peggiorando così il suo stato confusionale. Al termine del video, però, l’insegnante sembra sul punto di piangere, e persino gli scanzonati allievi appaiono stufi del “gioco”. È addirittura possibile sentire uno di loro bestemmiare in sottofondo.
Un doppio problema
Non è la prima volta che un video del genere, dove un docente viene fatto oggetto di sberleffi o di minacce da parte dei propri alunni, fa il giro del web. Succede per lo più negli istituti superiori, dove i ragazzi sono spesso fuori controllo e i professori non sono investiti dell’autorità necessaria per ottenerne il rispetto.

In questo caso, però, l’opinione pubblica si è divisa in due: da una parte chi, senza se e senza ma, accusa i ragazzi di aver voluto deliberatamente umiliare la prof. in difficoltà; dall’altra chi pone l’accento sulla totale incapacità di quest’ultima di gestire la situazione.
Se è vero, infatti, che l’indisciplina (e forse, a volte, la crudeltà) degli adolescenti è evidente nel filmato, ne emerge anche un altro problema: la donna, visibilmente instabile, non è in grado di adempiere al proprio compito di educatrice.
Non ci è dato naturalmente sapere quale sia la problematica che affligge l’insegnante in questione. Dunque non sta a noi giudicare se e come possa essere rimessa in condizioni di svolgere il proprio lavoro. Ciò che è certo, invece, è che la realizzazione e la diffusione del video costituisce reato. Sarà dunque necessario avviare un’indagine al fine di individuarne gli autori, i quali subiranno un provvedimento disciplinare. Una misura insufficiente a far loro comprendere la sofferenza causata alla propria insegnante, ma che sembra ormai l’unica arma rimasta nelle mani della nostra Scuola.