Diverse compagnie telefoniche, da alcuni mesi a questa parte, hanno previsto nei propri listini offerte, sia per la telefonia mobile che per quella fissa, che si basano su un meccanismo indicizzato all’inflazione. In altri termini, il canone mensile può cambiare e non resta uguale nel tempo: infatti, si adegua al tasso di inflazione in automatico, fino a che non interviene la compagnia per modificarlo. Le tariffe telefoniche indicizzate rappresentano un motivo di preoccupazione per molti utenti, che si attendono rincari e sono in cerca di soluzioni che prevengano aumenti eccessivi.
Una novità di quest’anno
Le tariffe indicizzate all’inflazione sono ormai entrate in vigore dall’inizio del 2024, e per ora sono state introdotte unicamente da alcuni operatori. Le compagnie hanno adottato un sistema più o meno simile, in funzione del quale il canone è destinato a essere rivisto ogni anno in automatico, in funzione delle tendenze dei prezzi al consumo. Il Foi e l’Ipca sono i due indici di riferimento che sono stati adottati allo scopo di stabilire l’importo dell’aumento: il primo rappresenta l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di impiegati e operai, mentre il secondo corrisponde all’indice dei prezzi al consumo armonizzati.
Tutto quello che c’è da sapere sugli aumenti
Che cosa cambierà per le offerte telefonia fissa? Agcom da poco ha fatto sapere che l’adeguamento contrattuale all’inflazione si può verificare solo dopo un anno dalla prima attivazione. In base alle norme più recenti stabilite dall’autorità, a fronte di un aumento di oltre il 5% si può richiedere il passaggio a una tariffa non indicizzata senza costi. È previsto l’obbligo, per gli operatori che mettono a disposizione tariffe indicizzate, di garantire informazioni trasparenti e dettagliate agli utenti.
Le rimodulazioni contrattuali
Nl caso in cui non si sia optato per un’offerta telefonica che prevede un canone mensile sempre uguale, è normale ricevere di tanto in tanto, via sms o in bolletta, delle comunicazioni attraverso le quali viene indicato che, da una certa data in poi, verrà modificato il costo del piano tariffario. Tali comunicazioni consistono in rimodulazioni contrattuali; si tratta, in sostanza, di modifiche del contratto unilaterali che vengono stabilite direttamente dagli operatori telefonici. I clienti, a fronte di tali comunicazioni, non hanno molte alternative davanti a sé, nel senso che non possono far altro che accettare in maniera tacita l’incremento delle tariffe o al massimo recedere dal contratto; in questo caso il passaggio a un altro operatore può avvenire senza penali. La situazione è destinata a mutare con l’arrivo delle tariffe indicizzate; le condizioni generali del contratto indicano il meccanismo di adeguamento dei prezzi, il quale non deve essere comunicato ai clienti in maniera esplicita ogni anno. Ecco perché i clienti non avranno la possibilità di recedere dal contratto.
Canone mobile e canone fisso: i rincari previsti
Chi vuol scoprire quale sarà l’entità dei rincari per le tariffe di telefonia mobile e fissa deve prendere in considerazione il sistema che gli operatori hanno scelto per l’adeguamento all’inflazione. Conviene, dunque, consultare le condizioni generali del contratto per verificare l’indice dei prezzi al consumo scelto come riferimento e conoscere la percentuale supplementare di incremento stabilita dalla compagnia. Inoltre gli operatori hanno l’obbligo di specificare le percentuali di aumento minime e massime, in modo che i clienti possano scoprire quanto dovranno spendere in più ogni anno. Ipotizzando che l’indice dei prezzi al consumo Istat faccia registrare un incremento del 3% e l’operatore scelta di applicare uno spread di 2 punti e mezzo, per l’anno successivo l’aumento del canone mensile sarà pari al 5.5%.
Che cosa accade con la deflazione
A differenza di quel che potrebbe immaginare, però, anche in caso di deflazione si avrà a che fare con un incremento delle tariffe telefoniche. Insomma, pur con i prezzi al consumo in calo, si pagherà di più: infatti gli operatori hanno previsto una minima percentuale di aumento annuo, correlata al meccanismo di aggiornamento che viene applicato dal fornitore. Non sarà superiore al 10%, infine, l’aumento massimo. Insomma, non è troppo difficile provare a capire quanto si spenderà di più negli anni a venire. Ma si può sempre contare sulle offerte per sempre, previste ancora da molte compagnie, che garantiscono un canone fisso.