mercoledì, Aprile 16, 2025

Inflazione della zona euro ai massimi da 13 anni

Dagli ultimi dati resi noti è emerso che la zona euro sta assistendo alla sua inflazione più alta da 13 anni a questa parte. La BCE, che aveva precedentemente affermato che non sembrava esservi alcuna criticità, ha iniziato ad utilizzare toni più cauti. Tuttavia, sono ancora molti gli economisti che sostengono che le banche centrali stiano prendendo ancora troppo alla leggera la situazione attuale.

Quanto è critica l’inflazione nella zona euro?

Secondo i dati del mese scorso, l’inflazione della zona euro è ai massimi da 13 anni a questa parte. Trattasi di un dato negativo, che sembra però destinato a peggiorare ulteriormente. Ciò si pone in netto contrasto con la visione positiva della BCE relativa a un elevato aumento dei prezzi. Più nel particolare, risulta che in ben 19 Paesi UE l’inflazione dei prezzi al consumo è aumentata del 3,4% a settembre, un incremento di 3 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Le cause

A causare questo vertiginoso aumento dei prezzi è stata l’impennata dei costi energetici, come nel caso dell’inversione del crollo del prezzo del petrolio durante la pandemia. Ma anche il gas naturale e le strozzature giocano un ruolo importante in questa situazione. I loro prezzi, infatti, incidono su molteplici settori, dall’automobilistica alla produzione di computer. Proprio a causa di quest’ultimo aspetto si stima che l’inflazione potrebbe raggiungere il 4% entro la fine dell’anno, ovvero il doppio delle precedenti previsioni della BCE.

Per gli economisti le banche centrali stanno sottovalutando troppo la situazione

La Banca Centrale Europea continua tuttavia a sostenere che si tratta di un’inflazione destinata a passare rapidamente. Afferma inoltre che la crescita dei prezzi rimarrà sotto il suo obiettivo nei prossimi anni. Christine Lagarde, presidente della Banca, ha tuttavia deciso di adottare un tono più cauto negli ultimi giorni, suggerendo un possibile aumento dei rischi di inflazione. Secondo diversi economisti di mercato, molte banche centrali sembrano però sottovalutare l’effettiva criticità della situazione di inflazione. “Riteniamo che ci siano alte probabilità che questa inflazione sia meno transitoria di quanto suggeriscano tutte le banche centrali, inclusa la BCE. I consumatori possono iniziare a chiedere salari più alti e le aziende possono accontentarli, sulla base del fatto che potrebbero trasferire costi più elevati tramite prezzi finali più elevati”. È quanto afferma l’economista di BNP Paribas Luigi Speranza.


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