Sono testimonianza del livello artistico raggiunto dagli indigeni Olmec e Zacatecos le sculture che il Museo di Albuquerque ha restituito al Messico. I pezzi fanno parte di una donazione di un collezionista che li ha acquistati nel 1980 da un rivenditore non divulgato.
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Cosa caratterizza la cultura degli indigeni Olmec e Zacatecos?
Sono tribù precolombiane che vivevano nel Messico centrale coltivando o cacciando. Della civiltà olmeca rimangono tracce nei siti di San Lorenzo, La Venta e Tres Zapotes. Zacatecos danno il nome a un territorio nei pressi di Durango e nella città chiamata El Teul Gonzalez De Ortega c’è una collina in cui sono conservati templi, campi da gioco e anche antichi canali.
Indigeni Olmec
Il nome significa uomini di gomma in nahuatl perché nella zona in cui erano insediati si estraeva il lattica. La civiltà si è sviluppata tra 1.200 e 400 a.C. per poi essere inglobata da altre tribù: infatti i Conquistadores spagnoli non parlano di Olmechi tra le genti che hanno assoggettato. Praticavano il sacrificio umano e avevano ideato un sistema di scrittura; inoltre giocavano a palla. La religione era politeistica con divinità animali, collegate agli eventi meteorologici, la pioggia, e al Sole e al mais, principale fonte di sostentamento. La forma di espressività era soprattutto la scultura con cui gli indigeni riproducevano teste umane e esseri antropomorfi dai significati religiosi.
Zacatecos
La tribù è collegata alla città Zacatecas, un termine che potrebbe riferirsi all’erba come la chiamavano gli Atzechi. Utilizzavano la pittura del corpo e i tatuaggi e spesso indossavano fasce sulla testa. Gli studiosi pensano che la loro stirpe si sia mescolata ai messicani e quindi i meticci siano i loro discendenti.
Le sculture precolombiane restituite
Il Museo di Albuquerque si è rivolto alle Università del New Mexico e Emory di Atlanta per autenticare gli oggetti. Erano conservati in un deposito dal 2007 e catalogati precolombiani. A seguito delle richieste del Messico di restituire le opere provenienti dal paese, spesso vendute illecitamente, i responsabili del centro culturale hanno organizzato il ritorno delle sculture. Saranno trasferite all’Istituto nazionale messicano di Antropologia e Storia, un’agenzia governativa che sovrintende alla conservazione dei beni culturali. I lavori sono riferibili al periodo tra 300 e 600 a.C..