Il primo agosto 1931 Genova assisteva al varo del Rex, il transatlantico divenuto la nave dei sogni italiani.
Non a caso lo stesso Fellini, nel suo “Amarcord”, lo fece “passare” davanti alla costa romagnola, a testimonianza di una imponenza e di una grandezza della marineria italiana.
La costruzione e il varo del Rex
I cantieri Ansaldo di Genova avevano l’incarico di costruire la nave, e lo fecero in soli 15 mesi. Fu il più grande transatlantico italiano mai costruito, e mantenne il primato per ben 60 anni.
Si narra che le eliche fossero talmente ben bilanciate da poter essere mosse da un solo uomo, a testimonianza di una maestria notevole.
Commissionata dalla Navigazione Generale Italiana, il suo ingegnere, Achille Piazzai, iniziò i lavori il 27 aprile 1930.
Al varo presero parte i reali sabaudi, alla presenza di una folla entusiasta che salutava con gioia “fra sibili di sirene, spari di artiglieria”, come del resto presentato dal documentario muto dell’Istituto Luce.
268 metri di lunghezza e 37 metri di altezza, con la sua imponenza il Rex si apprestava a salpare da Genova, per il suo viaggio inaugurale, alla volta di New York.
Qui fu accolto trionfalmente da una folla esultante.
Il naufragio della London Valour davanti a Genova
L’ambito nastro azzurro
Nell’agosto 1933 il Rex conquistò l’ambito “nastro azzurro”, riconoscimento alla nave passeggeri che otteneva la miglior velocità media nell’attraversamento dell’Atlantico.
La velocità media tenuta dal transatlantico italiano, infatti, fu 28,92 nodi, superando quello tedesco “Europa”.
L’impresa inorgoglisce ancora di più se si pensa che le avverse condizioni meteo avevano messo in discussione il risultato fino a 24 ore prima del raggiungimento della meta.
Ma il comandante Tarabotto coprì le 736 miglia con la storica velocità di 29,61 nodi.
Con lo scoppio della guerra, il Rex rimase l’unico transatlantico a fare la rotta atlantica, fino al 1940, quando lo si attraccò a Genova nella speranza di salvarlo.
In realtà, nel 1943, quando Genova subì i bombardamenti britannici, il Rex fu spostato sull’Adriatico, diretto a Trieste, dove non trovò riparo.
Bombardato dalla Royal Air Force, si inabissò tra Trieste e Pirano.