giovedì, Aprile 17, 2025

Il testamento di Tito impersonato da Don Giulio Mignani

Storicamente, la figura di Gesù Cristo è associata all’umiltà. A prescindere dal contesto religioso nel quale lo si colloca, Gesù è ricordato per colui che ci ha insegnato ad amare. Colui che è morto sulla croce per salvare l’umanità. Eppure, pare che con lo scorrere del tempo, le stesse persone che predicano la sua parola, si siano dimenticate di tutto ciò. La vicenda di don Giulio Mignani ne è una delle tante dimostrazioni.

Chi è don Giulio Mignani?

Ci troviamo a Bonassola. Un piccolo paese marittimo situato nella provincia della Spezia, in Liguria. Qui, ogni domenica mattina, il campanile richiama in chiesa coloro che intendono partecipare alla messa. A celebrarla, uno dei parroci principali è proprio don Giulio Mignani. Un prete, all’apparenza, come tanti altri, ma caratterizzato da un peculiarità non da poco. Quella di schierarsi dalla parte dell’umanità nella sua interezza. Considerando la vita un dono che ogni essere umano ha diritto di scartare. Di stringere tra le proprie mani. Ammirare con meraviglia e goderne appieno.

“Tutto quello che ho fatto, non l’ho fatto per mettermi in mostra o per essere applaudito, ma perché amo la chiesa e vorrei fosse migliore. Nella mia esperienza pastorale ho visto tante persone che si sono allontanate per le posizioni della Chiesa, io vorrei avvicinarle. Vorrei si arrivasse al matrimonio egualitario. All’interno della Chiesa io proponevo almeno una benedizione perché se l’amore, anche tra persone dello stesso sesso, è vero profondo e sincero è senz’altro benedetto da Dio” dichiara il sacerdote in un’intervista a TGCom24.


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Le conseguenze

Ed è proprio questa sua posizione e essergli costata cara. Si sa, la chiesa cattolica, generalmente, si dimostra riluttante nei confronti di numerose aperture sociali o mentali. Ad esempio, e persone facenti parte della comunità LGBTQ+ sono escluse dal discorso ecclesiastico. Naturalmente, figurano alcuni casi eccezionali. Tuttavia, in linea di massima, il cattolicesimo non contempla l’amore tra due individui dello stesso genere. Per non parlare delle posizioni anacronistica che la chiesa riserva sul tema della parità di genere. Questa è solo una fetta della mentalità cattolica che fa allontanare la gente da questa religione e dal suo culto. In fin dei conti, molte/e ex fedeli, giovani e non, si pongono molte domande a riguardo. Si chiedono perché, proprio coloro che predicano ideali d’amore, pace e fratellanza, oppongano così tanta resistenza nell’includere ogni singolo essere umano.

Don Giulio Mignani è stato uno dei pochi preti ad aver demolito queste barriere. Il risultato: una sospensione a divinis. “Al sacerdote sospeso a divinis è vietato amministrare i sacramenti, il che include tra l’altro la celebrazione della messa e la confessione; tuttavia può derogare al divieto in caso di urgenza e necessità, ad esempio per confessare una persona in punto di morte“. Così spiega il sito Cathopedia. Questa è la sanzione che il vescovo della Spezia Luigi Ernesto Palletti ha deciso d’imporre a Don Giulio Mignani. Non sono mancate, né mancano tutt’ora, le proteste da parte della popolazione di Bonassola. E non solo. Il caso sta facendo il giro della penisola italiana, mettendo in discussione quel che la chiesa rappresenta al giorno d’oggi.

“Lo sanno a memoria il diritto divino, e scordano sempre il perdono”

Così cantava Fabrizio De André nel suo brano “il testamento di Tito”. Purtroppo, la retorica della chiesa si rifà molto a queste parole. Molti dei suoi esponenti predicano la misericordia, senza però metterla in pratica. Sono tante le persone che menzionano a gran voce principi d’uguaglianza e parità. Tuttavia, poche di queste agiscono secondo questi valori. Tutto questo scenario, come descritto in precedenza, non fa che allontanare le persone religione cattolica. Oltre a ferire molte/i fedeli, che si sentono escluse/i da una realtà a loro cara. Purtroppo, in un paese come l’Italia non è affatto facile venire a capo di una situazione del genere. Ciononostante, non è restando in silenzio che le menti ecclesiastiche s’apriranno.
Lo stesso don Giulio afferma di conoscere sacerdoti sulla sua stessa linea di pensiero, i quali però preferiscono non esporsi per mantenere il loro status sociale e poter continuare a essere parte della chiesa. Poiché, solo restando all’interno di essa, si può operare un cambiamento efficace. Il quadro della situazione dovrebbe farci comprendere quanto il problema risieda a monte. Di certo, non è pensabile una repentina svolta di pensiero. Tuttavia, possiamo continuare a sostenere don Giulio Mignani. E chi, come lui, mette in pratica gli insegnamenti della figura di Cristo.


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