sabato, Aprile 19, 2025

Il silenzio assordante dell’Italia sulla Bielorussia

Roma rimane muta sulla repressione dei giornalisti in Bielorussia. Forse perché il nostro record di integrità giornalistica lascia molto a desiderare. Il silenzio assordante dell’Italia sulle questioni Bielorussie apre le porte a tante domande.

Cosa succede in Bielorussia?

Nell’ultimo mese, la Bielorussia e il giornalista Roman Protasevich sono stati protagonisti del circuito delle notizie internazionali, non tanto per le loro virtù quanto per la controversia che li circonda. Il 23 maggio, un volo Ryanair che trasportava Protasevich e la sua compagna Sofia Sapega è stato deviato a Minsk poco prima di raggiungere il confine bielorusso. Un MiG-29 ha scortato il jet a Minsk con la scusa di un allarme bomba: l’aereo è atterrato nella capitale lituana di Vilnius più di sette ore dopo il suo arrivo previsto, senza prove di esplosivi e senza Protasevich e Sapega a bordo.

Chi è Protasevich e perchè il silenzio assordante dell’Italia sulla questione

Il giornalista bielorusso in esilio ed ex direttore del canale di notizie Nexta è stato fatto scendere dal volo, in quanto ricercato dal regime bielorusso per aver organizzato lo scorso anno le proteste contro il presidente Alexander Lukashenko. Il 3 giugno, Protasevich è stato fatto apparire sulla TV pubblica bielorussa in una intervista in cui lodava il regime e ritirava il suo sostegno alla leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya. Coloro che sono a conoscenza delle condizioni in cui è stato detenuto lo hanno paragonato a un video mediorientale di ostaggi, e hanno condannato il governo bielorusso per il trattamento di Protasevich.

Le dimensioni internazionali di una crisi interna

La detenzione di Protasevich e Sapega segna la prima volta in cui un paese terzo dirotta un volo civile che collega due capitali europee con lo scopo di arrestare un dissidente. Questo è stato un momento che ha aperto gli occhi all’Europa. La Bielorussia ha dimostrato che non solo era disposta a sequestrare i suoi cittadini, ma che lo avrebbe fatto in piena vista. Dopo un anno di proteste e manifestazioni contro il regime e la violenta repressione con cui vengono accolte, è forse giunto il momento che il mondo cominci a prenderne atto. Attualmente, la Bielorussia ha 258 prigionieri politici e 35 milioni di dissidenti. Farsi arrestare in Bielorussia è abbastanza facile, e farsi screditare è ancora più facile. Molti canali filorussi hanno definito Protasevich un neonazista, usando la stessa tattica che ha contribuito a screditare Alexei Navalny. Essere un giornalista indipendente in Bielorussia non è una cosa da ridere, e il dirottamento Ryanair lo ha reso abbondantemente chiaro.

Le reazioni internazionali

L’UE ha condannato il comportamento della Bielorussia dall’inizio delle proteste, ma con i diritti umani e le relazioni internazionali ora in discussione, sono stati costretti ad agire in modo più deciso. Il 10 giugno il Parlamento europeo ha chiesto all’UE di punire le persone coinvolte nel dirottamento dell’aereo ad atterrare a Minsk. Durante la recente riunione del G7 in Cornovaglia, gli stati membri hanno ribadito la loro forte posizione nei confronti della Russia e la sua interferenza nei sistemi democratici di altri paesi. Successivamente, hanno concordato delle sanzioni e hanno rilasciato una dichiarazione che chiedeva ulteriori sforzi per sostenere la democrazia, il giornalismo indipendente e i diritti umani in Bielorussia. Il regime di Lukashenko è debole, e ulteriori difficoltà economiche potrebbero portare la Bielorussia a cadere interamente sotto il controllo russo. Inoltre, le sanzioni potrebbero servire a danneggiare il popolo bielorusso tanto quanto, se non di più, il governo a cui stanno cercando di opporsi.


Lukashenko: “La Bielorussia si occuperà del caso Protasevich”


Dov’è l’Italia in tutto questo?

Quindi, quanto gli italiani hanno davvero bisogno di preoccuparsi dell’affare Protasevich? A parte i principi non così astratti dei diritti umani, la protezione del giornalismo indipendente e la libertà di espressione, l’Italia dipende fortemente dalla benzina proveniente dalla Russia, come molti dei suoi vicini e alleati. Bilanciare i principi democratici e le necessità economiche è sempre un equilibrio delicato, e in questi tempi difficile. Il governo italiano ha poco gusto per una lotta che metterebbe in pericolo le sue previsioni di ripresa economica. Le sanzioni dell’UE potrebbero motivare sia la Bielorussia che la Russia a fermare le esportazioni di petrolio o optare per misure forti che potrebbero avere un impatto su molti paesi in Europa. Questa, naturalmente, è la politica, ed è per questo che raramente è per i deboli di cuore.

Il sostegno degli aeroporti nel silenzio assordante dell’Italia

Il sostegno popolare è venuto in gran parte dagli spazi pubblici più inaspettati ma più poeticamente adatti all’idea di libertà in Europa: gli aeroporti. Dopo che il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, lui stesso giornalista, ha espresso il suo sostegno a Protasevich, anche gli aeroporti di Bruxelles, Vilnius, Vienna e Malta hanno condiviso manifesti con lo slogan della campagna #FreeRomanProtasevich, chiedendo l’immediato rilascio del giornalista e del suo compagno. In Italia, l’aeroporto internazionale Falcone e Borsellino di Palermo ha mostrato il suo sostegno pubblicando sui social media ed esponendo foto di Protasevich. In generale, però, l’Italia rimane muta sulla repressione dei giornalisti indipendenti in Bielorussia e in Russia. Forse perché il nostro record di integrità giornalistica lascia molto a desiderare.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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