Il Santo Padre e il pittore degli ultimi. Sembra sia rimasto commosso dalla lettere della figlia di Di Giorgio… così la chiama.
Il Santo Padre e il pittore degli ultimi
L’arte del pittore Giorgio Di Giorgio, scomparso il 4 giugno scorso ha toccato a quanto sembra la sensibilità di Papa Francesco. E così, alcune volte i sogni diventano realtà anzi la superano e si trasformano in capitoli di storia vissuta, eterei, ma che al contrario suscitano emozioni forti e fanno venire i brividi. Al telefono con il Sommo Pontefice, con Papa Francesco e il tono di voce di un amico.
La figlia dell’arte
È accaduto alla figlia dell’artista, Francesca, e la conversazione della felicità ha coinvolto anche la moglie Giovanna. Accade tutto in pochi minuti che diventano eterni, nel fine settimana, alla vigilia della prima mostra in trasferta dell’artista dopo la scomparsa. Alla figlia Francesca Di Giorgio arriva sul telefono cellulare una telefonata da un numero sconosciuto. Il telefono squilla, anzi continua a squillare perché Francesca Di Giorgio, come accade a a ciascuno di noi, pensa ai soliti call center, ma dopo alcuni squilli Francesca Di Giorgio risponde. Nei primi attimi la voce di uno sconosciuto e pensa che si tratti di una chiamata farlocca. Non lo è. Dall’altra parte c’è il Vaticano. Un cardinale le passa Papa Francesco.
Il Santo Padre comincia a dimenticare le priorità?
Sembra che in molti in Vaticano abbiano cominciato ad amare le priorità inutili. Forse dovrebbero pensare a formulare meglio i pensieri. Per esempio: all’angelus andiamo contro la guerra ma il Vaticano rimane una compartecipata nella fabbricazione delle armi, bizzarro direi! Il Santo Padre si scaglia contro i così detti fabbricanti di morte, ma dimentica che il Vaticano è una compartecipata nella fabbricazione delle armi. Dal pulpito più imponente del mondo il Papa attacca soldati e generali, politici corrotti dal mercato delle armi e mercanti mercenari di armi, il problema è che mentre chiede fratellanza e aiuto per i popoli africani, la compartecipazione del Vaticano, nella fabbricazione delle armi, si fa sentire proprio nell’alimentare le guerre africane… bizzarro eh?