Il Rum invernale da sorseggiare davanti al fuoco. Con la temperatura in calo e un fuoco acceso, rimango in compagnia dei miei segreti e dei miei versi. In inverno mi piace avere qualcosa che scaldi anche l’anima. Quando è stato l’amore a farlo ho curato le ferite disinfettandole con il Rum. Quando ho scaldato la mia anima solo con il rum, ricordo solo storie lontane e un lieto fine.
Il Rum invernale Santa Teresa 1796: un goccio di estasi?
Abbiamo tutti una bevanda per il freddo, magari un caldo bacio o un vin brulè, cioccolata calda, caffè, o vino delle mie Langhe. Non ricordo qualcosa che non ho bevuto: bourbon, Talisker, cognac, tutti sono stati spesso in mia compagnia. Ma il mio preferito è il rum. Caldo come le notti caraibiche e le brune signore delle magiche notti di Madeira: quante notti, quanti hotel, quanta musica.
Il mio rum preferito? Santa Teresa 1796.
Fondata vicino a Caracas, Santa Teresa produce rum con il metodo Solera. Originario della Spagna il metodo Solera è, a tutti gli effetti, un metodo di miscelazione. Immagina barili impilati uno sopra l’altro. Pirati seduti a cantare “dodici uomini sulla cassa del morto yo yo yo una bottiglia di rum”. Alla fine verrà imbottigliato quello dal barile più in basso. Con Santa Teresa, viene completato miscelando: rum chiari e scuri di età compresa tra i quattro ei 35 anni. Aggiungendo una combinazione di diversi rum da botti più vecchie e spostandoli sempre in barili diversi, il rum sviluppa un delizioso equilibrio di note invecchiate. È così che ti perdi in aromi di: cioccolato, tabacco, e note di prugna e vaniglia. Lo producono con l’anima: e per me l’anima è la chiave del tutto.
Il Rum invernale per gli inverni che furono
Sebbene vi sia forse un senso di romanticismo nel mio “rummare” non credo esista una definizione formale per descrivere il suo spirito. Mi piace dipendere da alcolici di cui conosco racconti e luoghi. Questo è ciò che rende questo rum uno spirito meraviglioso con cui preparare cocktail di vecchie canzoni, o volendo di nuovi versi.
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