Il potere della risata è più grande di quello che crediamo. Anche adesso, anche in un periodo così buio come quello che stiamo vivendo. Il senso dell’umorismo e l’autoironia sono due grandi armi contro le difficoltà e i problemi. Numerosi studi dimostrano come ridere degli ostacoli aiuti la capacità di resilienza, la creatività e il risolvere problemi.
Il potere della risata ai tempi del coronavirus
Nonostante quello che stiamo vivendo sia senza precedenti, avrete sicuramente notato molti di noi riempire i propri profili Twitter o Facebook di sonore battute. Un’ironia sottile, che a prima vista può sembrare anche di cattivo gusto. Un leggero sorriso che non pensavamo di poterci concedere, eppure è stato così. La tecnica della risata è talmente efficiente che numerose aziende la utilizzano per i propri brand e per le campagne di marketing. Il caso che sicuramente ha fatto più scalpore è Taffo, l’agenzia di pompe funebri che ha ottenuto una fama nazionale a causa del suo marketing tagliente e della sua elevata ironia sulla morte.
Questa situazione ha dato numerosi spunti di riflessione per Jennifer Aaker e Naomi Bagdonas. Le due studiose della Stanford Graduate School of Business, hanno passato anni a studiare il potere della risata. Hanno iniziato analizzando video di standup, intervistando comici e sono arrivate a scrivere un libro sulle loro scoperte. Humor, Seriously ha un messaggio semplice di fondo: l’umorismo è un super potere poco apprezzato e sottovalutato.
Esistono momenti troppo seri per ridere?
Bagdonas ha recentemente fatto un’intervista su zoom, bloccata nella sua casa in California: “Alcune persone credono che questo sia un momento troppo serio per ridere. Ma è in questi casi che abbiamo bisogno dell’umorismo più che mai. Con questa pandemia globale, il passaggio allo smart working, la solitudine e la depressione che aumentano precipitosamente, molti di noi non si sono mai sentiti così soli. Quando ridiamo con qualcuno otteniamo un cocktail di ormoni che rafforza i nostri legami emotivi in un modo che altrimenti non sarebbe possibile. Gli studi dimostrano che ci rende più resilienti, creativi e pieni di risorse”.
Il cocktail a cui si riferisce Bagdonas è proprio la risata. Secondo gli studi, quando ridiamo inneschiamo gli “ormoni della felicità“. Questi sono ingrado di sopprimere il cortisolo, famoso come “l’ormone dello stress“. Aaker ritiene che: “L’umorismo ha attirato le persone e le ha mobilitate. Le persone credono, implicitamente o meno, che non ci sia spazio per l’umorismo in tempi seri“.
Quando si rischia di offendere?
Come nella maggior parte delle cose, anche nell’umorismo, è necessario trovare un equilibrio. In tempi duri come quelli che stiamo vivendo, trovare questo equilibrio può diventare molto complesso. Bagdonas ha spiegato la linea sottile che esiste tra umorismo e offesa. “È così difficile. L’umorismo è una delle cose più dipendenti dal contesto nel mondo”. La studiosa ci offre però, anche un semplice trucco per capire quando la battuta va troppo oltre. Bisogna in questi casi considerare tre elementi: la verità, il dolore e la distanza. “Esamina la verità, chiediti quanto è grande il dolore e se è abbastanza distante. Più la verità si avvicina al dolore reale che le persone stanno vivendo, maggiore è il rischio di offendere”.
Il contesto
Quindi è necessario prestare attenzione al contesto. Se una battuta viene fatta in TV davanti a migliaia di persone sconosciute, è difficile capire quanto è grande il loro dolore e quanto è elevata la distanza che questi hanno preso dall’evento.
Il potere della risata: cosa dicono gli studi
La risata è in grado anche di aumentare il flusso sanguigno e di rilassare i muscoli. Uno studio norvegese durato 15 anni su più di 50.000 persone, ha fatto delle scoperte sorprendenti. Secondo la ricerca, chi ha un forte senso dell’umorismo vive più a lungo degli altri. Inoltre, tra le persone che hanno recentemente affrontato un lutto, coloro che sono in grado di ridere ricordando i loro cari, hanno tendenzialmente meno rabbia e meno angoscia.
Tuttavia, ci sono anche notizie negative. Ad esempio, si è scoperto che il tasso di risate cala all’età di 23 anni, in concomitanza con la crescita personale. Un bambino di 4 anni ride 300 volte al giorno, un 40 enne 300 volte ogni 10 settimane. Aaker e Bagdonas spiegano il fenomeno riferendosi alla convinzione che quando si diventa grandi si deve essere più seri. C’è più paura che uno scherzo non faccia ridere, ed aumenta la convinzione che “simpatico ci nasci”, o sei divertente, o non lo sei.