La realizzazione di una casa di cura a Calle Atenas a Bercellona mette a rischio il murale di Keith Haring “Figlio dei fiori”. Il proprietario della sala da biliardo che rientra nel progetto di riqualificazione ha contattato la Fondazione dell’artista per tutelare l’opera.
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A quando risale il murale di Keith Haring “Figlio dei fiori”?
Al febbraio 1989, quando l’artista frequentava all’allora club Ars studio di Barcellona. Una sera il creativo non riesce ad entrare nel locale pieno, ma il dj Cesar de Melero gli ha dato il permesso e offerto da bere. I due trascorrono insieme il giorno dopo nel quartiere Raval, a Plaça Salvador Seguí, e Haring mostra al talento della console il suo estro artistico. Disegna su un edificio da demolire un serpente che divora ciò che lo circonda, facendo riferimento all’Aids. Infatti, Keith ha da poco scoperto di aver contratto la malattia e ha voluto esprimere il suo tormento con la rappresentazione. De Melero ha realizzato un filmato del suo lavoro e poi la sera accettato di colorare la sua cabina nel locale, mentre lavorava. L’opera raffigura un uomo con la testa a fiore che sembra muoversi a tempo.
Il murale a Raval
Haring nel 1989 era in Spagna per partecipare alla fiera Arco di Madrid e ha poi trascorso alcuni giorni a Barcellona. Il murale dipinto con vernice rosa a Raval, quartiere malfamato in cui c’era un giro di droga e prostituzione, è realizzato su una parete di 30 metri. Oltre al serpente ci sono una siringa e la scritta: “Tutti insieme possiamo fermare l’Aids”. Prima di demolire l’edificio, il sindaco ha fatto prelevare alcuni campioni di colore e riprodurre il lavoro. La copia si trova accanto alla sede del Museo di arte contemporanea.
Keith Haring Foundation
Anche la cabina da dj con “Figlio dei fiori” rischia di sparire e Gabriel Carral si è attivato per risolvere la situazione. Il titolare della sala da biliardo che ha preso il posto del club ha fatto valutare l’opera che ha una stima di 80-120mila €. Keith Haring Foundation può versare la somma per recuperare il murale e portarlo altrove. Secondo il proprietario, però, spostare il murale è una mancanza di rispetto verso l’artista. Per lui è un logo del suo locale e ritiene di averlo tutelato negli ultimi trent’anni. Gli amministratori di Barcellona hanno garantito la salvaguardia del dipinto e l’inserimento nel patrimonio culturale cittadino. Alcuni ritengono possa essere lasciato in loco e inserito nella struttura della casa di cura.