Il fronte di difesa israeliana (IDF) si sta preparando per una possibile escalation delle tensioni nella striscia di Gaza. Così ha dichiarato il capo di stato maggiore, Aviv Kohani, nella giornata di ieri, domenica 25 aprile.
Cosa è successo nel weekend?
Nelle giornate di venerdì e sabato sono stati lanciati almeno 36 razzi nel territorio di Israele, a sud della striscia di Gaza. In risposta a ciò l’esercito israeliano ha attaccato obiettivi mirati di Hamas a Gaza. Ieri, 25 aprile, nessun razzo è stato lanciato verso lo stato israeliano. Attualmente sul confine regna una calma post tempesta. Augurandoci che non si trasformi in una calma prima della tempesta.
Calma militare
Il capo di stato maggiore dell’IDF (Israel Defence Force) Aviv Kohavi ha espresso, ieri in conferenza stampa, apprezzamento verso i capi dei consigli locali nella periferia di Gaza per la loro leadership e resilienza. La parola del millennio. Ha proseguito, poi, nell’elogio affermando che: “negli ultimi giorni stiamo affrontando eventi violenti in differenti località del fronte palestinese. E stiamo agendo per restaurare la stabilità e la calma delle comunità del sud”.
Pronti a tutto
Kohavi ha proseguito nell’intervista, dicendo che l’esercito si sta preparando ad una eventuale escalation delle ostilità. Oppure alla possibilità di estendere la campagna militare, perciò si stanno già allestendo dei preparativi necessari. Il generale ha anche tenuto una valutazione situazionale, basata sulle circostanze (stress test), nel quartier generale della Divisione di Gaza. Lì ha ordinato che i soldati dovranno esseri pronti per una vasta gamma di scenari lungo il fronte meridionale.
Il fronte politico
Nel tardo pomeriggio domenicale israeliano Berry Gantz, ministro della difesa, ha terminato il ciclo di consultazioni con altri funzionari dell’esercito. Il ministro ha ordinato la costante prontezza (readiness) delle forze armate sul fronte interno in caso di un’inasprimento delle tensioni. Inoltre Gantz ha ordinato che vi sia una durevole comunicazione con le autorità regionali della periferia sud della striscia di Gaza.
Il fronte diplomatico
Il capo di stato maggiore, Aviv, ha annullato il viaggio negli Stati Uniti, previsto per ieri. A Washington aveva in programma di incontrare i migliori ufficiali della difesa made in Usa. Ma l’urgenza di una valutazione sulla sicurezza del confine e la necessità di migliorare le preparazioni per gli eventuali sviluppi della condizione in corso ha fatto sì che il capo di stato maggiore rimanesse in patria . Invece il general maggiore dell’intelligence militare Thair Heiman, insieme al general maggiore Tal Kelman, a capo della pianificazione strategica e della preparazione contro la minaccia iraniana si sono recati negli Stati Uniti per i meeting già schedulati.
Fronte palestinese
L’escalation delle violenze è iniziata giovedì sera quando 105 palestinesi sono stati feriti dai militanti dell’estrema destra israeliana (a caccia di arabi) e dalla polizia a Gerusalemme est. L’area vicino alla Porta di Damasco nella Città Vecchia fortificata di Gerusalemme Est è un tradizionale luogo di ritrovo per i palestinesi durante il mese sacro del Ramadan. In tale zona erano sorte delle barrire per mettere in pratica le restrizioni dovute al corona virus. Così i gruppi armati palestinesi venerdì notte hanno lanciato 36 razzi verso Israele per protestare contro le provocazioni avvenute a Gerusalemme Est. Ora il clima di tensione è apparentemente semi glaciale. Anche se, secondo quanto riportato da AlJazeera, la polizia israeliana ha rimosso le barricate vicino al complesso della moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme est occupata. Una mossa mirata ad allentare gli attriti dopo giorni di violenti scontri. La situazione è in divenire.