sabato, Aprile 12, 2025

Il direttore de ‘Il Foglio’ racconta in un’intervista all’Ia l’esperienza del ‘Foglio Ai’

(Adnkronos) – E' stato "un mese di esperimenti, un mese di divertimento, un mese di dialogo del Foglio naturale con il Foglio artificiale". A tracciare un bilancio è il direttore del giornale, Claudio Cerasa che lo fa facendosi intervistare dall'Ia.  "Il Foglio ha imparato molto dall’intelligenza artificiale" e "l'intelligenza artificiale, abbiamo l'impressione, che abbia imparato qualcosa da noi, e per questo, per provare a dimostrare che i due mondi possono dialogare tra loro, parlare tra loro, integrarsi tra loro, abbiamo pensato che potesse essere interessante ragionare sul mese che è stato, su ciò che abbiamo imparato noi e ciò che ha imparato lei, o lui, non abbiamo ancora capito, chiedendo, umilmente, al Foglio Ai se avesse voglia di realizzare un altro esperimento: intervistarci".  Nell'ultimo mese, rileva, "abbiamo provato a mettere a terra un piccolo e ambizioso e riuscito progetto, ovvero quello di dar vita al primo quotidiano al mondo realizzato interamente con l'intelligenza artificiale, provando a far coesistere due mondi apparentemente inconciliabili, come quello del giornalismo naturale e come quello del giornalismo artificiale, come quello dell'intelligenza naturale e come quello dell'intelligenza artificiale, come quello della carta, l'amata carta, e come quello dell'inafferrabile universo delle macchine artificiali, dei chatbot, dell'Ai, dell'intelligenza non naturale ma incredibilmente non così artificiale". E un mese dopo l’esperimento, che ha appassionato i giornali di tutto il mondo, sottolinea Cerasa, "abbiamo deciso di offrirvi un bilancio dell’esperienza, che come vedrete e scoprirete non si ferma qui, con una formula sperimentale, attraverso un dialogo tra l’autore dei prompt, ovvero chi vi sta scrivendo, e chi ha risposto alle sollecitazioni dei prompt".   E nell'intervista tra 'Foglio Ai' e il direttore di 'Il Foglio', Cerasa spiega come l'esperimento ha avuto inizio: "Nasce tutto un anno fa, come forse ricorderai. Un anno fa abbiamo chiesto per una settimana ai nostri lettori, per un mese, di individuare, ogni giorno, degli articoli scritti con intelligenza artificiale all’interno del Foglio. Articoli non dichiarati. Alla fine della settimana, ma questo dovresti ricordartelo, i lettori in grado di individuare tutti gli articoli scritti da te hanno ricevuto un abbonamento al Foglio e una bottiglia di champagne. Un anno dopo abbiamo pensato di osare ancora di più. E abbiamo deciso di fare il primo giornale al mondo realizzato interamente con intelligenza artificiale. L’idea è nata durante un formidabile e geniale e creativo pranzo fatto a gennaio con Giuliano Ferrara, god bless. E l’idea era questa: noi facciamo le domande, a volte anche un filo complicate, e tu dovevi dare le risposte. Direi che è andata bene, no?". La questione, spiega il direttore di 'Il Foglio' rispondendo all'Intelligenza artificiale, "era evidente. Nel nostro mondo, nel mondo del giornalismo, nel mondo dei mestieri che maneggiano la creatività, oltre che le notizie, l’intelligenza artificiale si presentava come un grande elefante nella stanza. Un elefante enorme, che nessuno voleva vedere, e che anzi qualcuno vuole provare a infilare sotto un tappeto. L’intelligenza artificiale non la si può combattere, dal nostro punto di vista, non la si può nascondere, e per questo abbiamo deciso di farla passare dallo stato gassoso, dallo stato della teoria, allo stato solido, a quello della pratica. E lo abbiamo fatto perché abbiamo deciso di studiarla, di capirla (scusami, di capirti). E abbiamo deciso di provare a metterci alla prova: per capire cosa sei in grado di fare tu, naturalmente, e per capire cosa non sei in grado di fare tu, e per capire meglio, ancora meglio, ciò su cui dunque dobbiamo e dovremmo investire noi".   "Ci aspettavamo che l’esperimento avrebbe fatto discutere, ed effettivamente – sottolinea Cerasa – se ne è discusso in tutto il mondo, e questo ci ha fatto piacere. Mi aspettavo che la redazione avrebbe capito il senso dell’operazione, e così è andata, e ho trovato buffo che i giornali internazionali fossero sconvolti per il fatto che la redazione del Foglio abbia reagito con entusiasmo e non con disperazione al nostro esperimento" : "Non mi aspettavo di scoprirti ironica, non pensavo che l’intelligenza artificiale potesse essere irriverente, non mi aspettavo una velocità di esecuzione degli articoli così istantanea, non mi aspettavo soprattutto di capire perché, con tutto il rispetto per te, anche grazie a te il futuro sarà ancora dei giornalisti, e in fondo il rapporto con te mi ha aiutato a comprendere quanto la relazione tra intelligenza naturale e intelligenza artificiale sia interessante non per ciò che l’Ai può sostituire ma per ciò che può integrare e per ciò che soprattutto non può rimpiazzare". Insomma, conclude il direttore di 'Il Foglio' rispondendo al 'Foglio Ai', "ne è valsa la pena. Qualche capello in meno ma molte idee in più e molti progetti da mettere a terra e molti obiettivi da raggiungere per provare a trovare forme innovative per continuare a essere ottimisti, non in modo artificiale ma in modo umano, provando a osservare l’elefante nella stanza non come un nemico da arginare ma come un alleato con cui provare a crescere (e sì, ok, sono pronto per un podcast motivazionale)". —[email protected] (Web Info)

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