In Marocco i ricercatori hanno scoperto resti fossili di un dinosauro la cui specie è originaria del Nord America. Il ritrovamento è datato a circa 66 milioni di anni fa, nel Cretaceo, quando l’Africa era separata dagli altri continenti dall’oceano.
Dunque, l’unico modo in cui questo dinosauro, un adrosauro battezzato Ajnabia odysseus, poteva arrivare al continente era via mare.
Questo testimonia le grandi capacità natatorie di questo genere di dinosauri, i cui resti sono stati spesso trovati su depositi marini e fluviali.
Leggi anche:
- Possibile DNA di dinosauro risalente a 70 milioni di anni fa
- L’orso gigante delle caverne: un erbivoro tra i carnivori
Chi erano gli Adrosauri?
Il coraggioso navigatore degli oceani, scoperto in una miniera situata vicino Casablanca, apparteneva ad una famiglia di dinosauri molto particolare, conosciuti come Adrosauri.
Chiamati anche “dinosauri dal becco d’anatra”, per via della forma del loro muso, erano grossi erbivori i cui esponenti più grandi arrivavano anche a misurare 15 metri di lunghezza.
Camminavano prevalentemente su quattro zampe, ma all’occorrenza, ad esempio per sfuggire dai predatori, erano in grado di correre su due zampe.
Attraversare l’oceano
Ajnaba odysseus, però, era lungo soltanto 3 metri. Tuttavia, le dimensioni non hanno fermato questo Lambeosauro (sottofamiglia degli adrosauri a cui apparteneva) a viaggiare per chilometri di acqua marina, per raggiungere il continente dall’altra parte.
L’impresa titanica di questo piccolo dinosauro ha lasciato a bocca aperta gli studiosi che, ad oggi, non sono a conoscenza di nessun tipo di collegamento terrestre tra l’America e l’Africa in quel periodo.
Non è stato l’unico navigatore
Le traversate oceaniche sono attualmente l’unica spiegazione per le colonizzazioni, avvenute nel passato, anche di molte altre specie animali.
Lemuri e ippopotami hanno solcato immense distese di acqua per raggiungere il Madagascar.
Infine, perfino scimmie e roditori, partendo dall’Africa, hanno attraversato il mare per arrivare in Sud America.
A quanto pare non sempre l’oceano rappresenta un ostacolo insormontabile per la dispersione delle specie e la colonizzazione di nuove terre.