lunedì, Aprile 14, 2025

Il debate come metodologia didattica

La metodologia didattica attiva del debate è da considerarsi innovativa e inclusiva, infatti fa riferimento alle modalità di apprendimento che coinvolgono gli studenti, rendendoli partecipanti attivi per stimolare creatività e spirito di iniziativa.

In cosa consiste il debate?

La metodologia didattica attiva del debate, che vuol dire ‘dibattito’, rappresenta una disciplina scolastica anglosassone.

Essa consente di sviluppare le abilità trasversali, cioè le life skills, e quelle curricolari, favorendo il cooperative learning e la peer education. Sia tra gli studenti sia tra docenti. Naturalmente, tra docenti e studenti. E permette agli studenti di affrontare argomenti poco trattati nell’attività didattica tradizionale.

Le regole del ‘gioco’

Praticamente, consiste in un confronto tra due squadre, che sono composte ciascuna da due o tre studenti. Sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dall’insegnante, ponendosi a favore o contro, in un campo o nell’altro, senza l’utilizzo di alcun strumento tecnologico. Dal tema scelto, inizia prende il via il dibattito. Si tratta di una discussione formale, con regole e tempi precisi. Corredata di esercizi ed elaborazione critica.

Al termine, l’insegnante valuta la prestazione delle squadre, tenendo conto delle competenze raggiunte.

Chiaramente la posizione a favore o contro può non essere condivisa dai partecipanti al dibattito, definiti debaters. Anzi, essi devono saper argomentare in maniera adeguata rispetto alla tematica scelta. Il tutto è disciplinato attraverso regole di tempo e correttezza. Banditi i pregiudizi e le prevaricazioni. Favoriti l’ascolto e il rispetto delle opinioni degli altri. Come pure apertura verso il punto di vista degli altri.

Il debate come metodo didattico efficace

Il debate è un efficace metodo didattico perché può favorire l’apprendimento autentico. Infatti, gli studenti sono protagonisti attivi che costruiscono i concetti e sui quali tengono ragionamenti nei discorsi che si instaurano. Inoltre, apprendono, oltre i concetti, anche il metodo del dibattito. In tal modo, si valorizzano le risorse di ciascuno. Come pure se ne potenziano le fragilità.

Come nasce?

Il debate trae origine dall’ars oratoria degli antichi Greci. E dalle regole di ‘argomentare’ e ‘controargomentare’ proprio come si usava nell’antica Grecia, attraverso le declamationes, ovvero ‘esercitazioni’. Esse erano divise in suasoriae e controversiae. Caratteristica principale era l’aspetto dell’esercizio della democrazia. Si considerava la ‘parola come espressione stessa dell’identità sia personale che civile’.

Nei secoli successivi, ci sono state evoluzioni di questi concetti, fino ad arrivare anche allo sviluppo delle forme di dialogo. Nel Medio Evo, inoltre, l’attenzione è rivolta alla grammatica, alla retorica e alla dialettica. Forme linguistica tutt’ora in uso.

Negli anni Ottanta, il metodo didattico del debate si rafforza nei college e nelle università statunitensi e inglesi. L’obiettivo è di accrescere le due diverse capacità del ‘saper parlare in pubblico’ e del ‘saper dibattere’.

Obiettivo

Infatti, ha come obiettivo quello di procurare gli strumenti per analizzare questioni complesse e per illustrare le proprie ragioni. Come pure valutare quelle degli altri interlocutori.

Ancora, vuole sviluppare abilità, tra cui quelle analitiche e comunicative. E anche quelle critiche. Il contesto di riferimento è l’educazione alla democrazie e alla partecipazione.

I protagonisti

I protagonisti del dibattito sono:

  • il dirigente, che supervisiona le condizioni affinché la metodologia possa essere attuata in maniera efficace. Nello specifico, incoraggia gli insegnanti al lavoro di gruppo. E informa le famiglie anche rispetto alla soddisfazione e al coinvolgimento degli studenti;
  • gli insegnanti, che si formano sul metodo e progettano contenuti didattici utilizzando il ‘protocollo del debate’. Come pure si interessa degli strumenti che servono per l’attività;
  • gli studenti, anch’essi si formano sul metodo, attraverso simulazioni animate e lavori di gruppo;
  • la famiglia, che viene informata sulle attività svolte. Come pure sulle competenze e sull’apprendimento maturati grazie al metodo del dibattito;
  • il personale ATA che, ad esempio, osserva situazioni relative alle esigenze della vigilanza e alla gestione dei processi didattici, tecnici e amministrativi.

Dove?

Gli spazi adatti al dibattito sono l’aula, o altri luoghi della scuola, con arredi flessibili. Ad esempio, tribune per il pubblico, podii per i debaters e un tavolo per la giuria. Proprio come i luoghi dove si tengono i dibattiti.

Metodologia del dibattito

La metodologia del dibattito presenta tre punti focali:

  • il superamento del modello trasmissivo della scuola, cioè andare oltre il modello che attua la trasmissione delle conoscenze ‘dalla cattedra’. Si devono privilegiare modi più stimolanti e coinvolgenti di fare lezione, attraverso una didattica collaborativa e inclusiva. Alla base, l’apprendimento attivo, attraverso simulate e giochi didattici;
  • utilizzare le tecnologie per attuare muovi modi di insegnare, apprendere e valutare. Come metodologie di scrittura e lettura;
  • rendere moderno il servizio scolastico, attraverso l’evoluzione dei saperi e dei metodi.

La struttura del debate

L’insegnante può scegliere tra tre possibili strutture. Esse sono relative agli obiettivi didattici che si vogliono raggiungere. E sono:

  • con domande incrociate, cioè le squadre si pongono delle domande a vicenda;
  • con domande dal pubblico, quindi le domande sono rivolte dal pubblico che assiste;
  • a controdeduzioni, che consiste nell’esporre controdeduzioni rispetto alla tesi sostenuta dalla squadra opposta. Ciò prevede la conoscenza accurata e critica delle informazioni sull’argomento scelto. E anche l’attenzione a come vengono esposti i contenuti.

Fasi del dibattito

Tenendo presente questo, la metodologia del dibattito prevede:

  • la divisione della classe in gruppi con lo stesso numero di partecipanti;
  • l’assegnazione di un argomento su cui dibattere;
  • l’enucleazione di un tot argomenti ‘pro’ e un totcontro’, rispetto all’argomento proposto, che siano preferibilmente meno di quattro;
  • la discussione, guidata dall’insegnante, per arrivare a definire i ‘punti di forza’ delle rispettive argomentazioni;
  • la schematizzazione alla lavagna e l’illustrazione, in una tabella a due colonne, delle argomentazioni contrapposte;
  • l’analisi dell’argomento attraverso la formulazione di domande.

Vantaggi del debate

Il debate presenta notevoli vantaggi. Tra essi, ci sono:

  • allena la mente a considerare le opinioni degli altri;
  • abolire il metodo dell’apprendimento mnemonico;
  • insegnare l’approccio al dialogo e alla discussione;
  • arricchisce le competenze;
  • migliora l’autostima;
  • permette di utilizzare il pensiero critico;
  • unisce gli strumenti tradizionali con quelli digitali;
  • favorisce il lavoro di gruppo;
  • insegna l’ascolto;
  • superare la paura di parlare in pubblico. Dunque, acquisire anche una maggiore sicurezza.

Rischi

Il rischio è che le due squadre si possano fossilizzare su monologhi, senza riuscire a confrontarsi e a trovare un punto di unione.

Conclusioni

La metodologia didattica del debate rappresenta, allora, un metodo pedagogico, educativo e formativo. Permette di sviluppare le capacità di discussione e di sviluppare competenze che formano la personalità. Il confronto con le tesi proposte dagli altri è l’elemento prioritario.

https://www.periodicodaily.com/i-bisogni-educativi-speciali-nella-scuola-dellinclusione/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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