mercoledì, Aprile 16, 2025

Il blogger Del Grande domani incontrerà il console italiano

Dal 9 aprile Gabriele Del Grande è detenuto a Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, in un centro di identificazione ed espulsione. E’ in isolamento, ignaro della grande mobilitazione della società civile e della politica per la sua liberazione. Non ha potuto incontrare un avvocato né sapere quale sia il reato di cui sia accusato. Solo una telefonata concessa lo scorso martedì alla compagna Alexandra D’Onofrio, a cui il blogger ha annunciato l’inizio dello sciopero della fame. E’ di poco fa la dichiarazione del Ministro degli Esteri Angelino Alfano in merito all’imminente incontro tra il giornalista italiano e il console italiano in Turchia: “Le autorità turche ci hanno avvisato per telefono che domattina alle 9 ci sarà la possibilità di un incontro”.

Fondatore dell’Osservatorio e del blog Fortress Europe, che documenta tutte le notizie riguardanti i migranti morti in mare dal 1988 allo scorso anno, Del Grande si trovava in Turchia dal 7 aprile. E’ stato arrestato mentre stava raccogliendo testimonianze sulla guerra al confine con la Siria, nella regione di Hatay. Voleva scrivere un libro, una ricostruzione della memoria di quella guerra, dalle prime proteste alla fuga dei siriani in Turchia.

Nelle patrie galere del presidente Erdogan sono ormai 200 i giornalisti detenuti, non solo turchi ma anche stranieri. Lo scorso febbraio è stato arrestato il giornalista turco-tedesco Deniz Yucel, corrispondente del giornale Die Welt. L’accusa è di propaganda terroristica per aver scritto un articolo su alcune mail dal contenuto ambiguo inviate dal presidente dell’Energia nonché genero di Erdogan. Le ferme proteste dell’ Unione europea e della cancelliera tedesca Angela Merkel sono rimaste inascoltate dal Presidente turco. Il timore è che la stessa sorte possa toccare a Del Grande.

L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, ha ribadito che Bruxelles sta sostenendo le azioni del nostro ambasciatore ad Ankara e della Farnesina. Il Presidente dell’europarlamento, Antonio Tajani, rinnova il suo appello per l’immediato rilascio di Gabriele del Grande. Tajani sottolinea inoltre che “scelte di questo tipo” minano i negoziati tra Turchia e Unione europea.

Il rispetto della libertà di stampa e dei diritti civili rappresentano una conditio sine qua non per entrare a far parte della grande casa Europa. Ankara però decide di muoversi in direzione contraria e presenta il suo conto a Bruxelles. Il patto stretto tra Ue e Turchia per bloccare il flusso di migranti dal Medio Oriente verso la Germania, che nel 2015 aveva raggiunto il milione di profughi, ha conferito a Erdogan uno smisurato potere ricattatorio.    Il timore reverenziale che l’Europa ha riservato al “sultano” di Ankara, gli ha permesso di attuare un progressiva repressione in patria e di rispettare a intermittenza il patto siglato con Bruxelles. L’esito del referendum costituzionale di domenica 16 aprile è stata altro l’ennesima conferma della irreversibile deriva autoritaria in cui sta sprofondando la Turchia.

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