Il big dramma si è consumato. Crolla l’alleanza di centrosinistra. Dopo il ritiro del sostegno del leader di Azione, Carlo Calenda, alla coalizione guidata dal Partito Democratico. Lasciando libera la strada al potere per l’estrema destra.
Il big dramma: cosa è accaduto tra Calenda e i Dem?
Carlo Calenda, leader di Azione, domenica, ha ritirato il suo sostegno dopo che il PD ha stretto un altro patto con i partiti di sinistra minori. Tra cui la radicale Sinistra Italiana e il nuovo partito dei Verdi, Europa Verde e Impegno Civico di Di Maio. La notizia è stata accolta con giubilo dal leader leghista Matteo Salvini, che in un twitt scrive: “A sinistra caos e tutti contro tutti!”. Mentre Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia (FdI) afferma deridendo: “Nuova svolta nella telenovela del centrosinistra”. Da molte parti si sente rilanciare la vulgata che la spaccatura di centro-sinistra potrebbe regalare al blocco di destra una vittoria schiacciante alle elezioni del 25 settembre. Con Meloni destinata a diventare la prima donna Premier.
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Collassa la coalizione di centrosinistra
Dopo lo strappo col PD, di Carlo Calenda ora ci si interroga sugli scenari futuri. Se scegliere la destra originale rispetto a quella copia che sarebbe rappresentata dal Partito Democratico. E francamente non riesco più a comprendere bene ciò di cui si stia ragionando. Perché è evidente che orami le categorie novecentesche della politica sono andate definitivamente in pensione. E di nuove non se ne vedono. Se non nel raffazzonato ma vincente dialogo dei partiti popolar-sovranisti, con un elettorato trasversale. Basato sulla promessa indiscriminata di tutto a tutti. Infiorettata da alcune comparsate sui temi della sicurezza e dell’immigrazione. Le quali non hanno alcun effetto pratico se non quello plateale di far credere che d’ora in avanti tutto cambierà. Insomma, non è facile trovare delle definizioni idonee a descrivere ciò che sta accadendo. Se non constatare che in mezzo a questa ondata populista stanno banchettato lautamente fascisti, razzisti, omofobi. Insieme ai negazionisti di tutto, non solo dell’olocausto. Sono coloro che auspicano il ritorno alla patria nazionale, all’affermazione di un’italianità con la quale tutti gli altri dovrebbero fare i conti, perché per loro un ventennio di disastri totali non è bastato.
Il big dramma: lo specchietto per le allodole della nuova Destra
Ma ciò che c’è di più grave, è una stratificazione multipla della popolazione. La quale, nelle diverse aree del Paese, risponde in maniera, alla fine omogenea, alle diverse sollecitazioni che la nuova destra provoca. Sono coloro i quali, vedono nei paesi di Visegrad la loro speranza, con l’innalzamento di barriere contro l’immigrazione. La flat tax proposta dalla Lega e il raggiungimento della pace fiscale con l’ennesimo condono della montagna di debiti vantati verso Equitalia, crea quel sottile legame che mette d’accordo tutti. In questa confusione informe di ideali, paure, sogni, rabbia e delusione, non sarà facile per i partiti andare oltre gli slogan. E se è vero che al Partito Democratico è stato rinfacciato di aver fatto poco più che aver varato alcune norme di valore prevalentemente etico, penso sarà difficile che l’azione del centrodestra e della sua compagine possa realizzarsi oltre ad un notevole dispiegamento di forze su temi quali la lotta all’immigrazione, la legittima difesa e la sicurezza in generale. Di contro la sinistra sembra non avere più un ruolo in quanto non c’è più un elettorato disposto ad ascoltare chi propone la ricerca di una strada difficile ed impervia. Che deve compenetrare in modo attento la difesa dei più deboli con la ricerca di una stabilità economica di cui non si vuole più sentire parlare. Perché è una strada lunga da percorrere ed i cui risultati sono visibili solo con il tempo.