L’ iconoclastia è un termine che indica la distruzione delle immagini, in genere legate alla volontà politica, culturale o religiosa, del passato. Facendone piazza pulita, lo si rigetta persino nelle sue forme rappresentative esteriori. In altri termini, la storia viene cancellata.
Quel fenomeno avvenuto nell’ Impero Romano d’ Oriente, che ha reso famosa questa definizione, veniva adottato per deturpare targhe, busti e statue. Veniva scalpellato via il nome o il volto del malcapitato, che fosse un Caligola, un Domiziano o il povero Geta, sfortunato fratello di Caracalla, che lo eliminò persino dai “ricordi di famiglia” in marmo, dell’ epoca.
Dal passato fino ai giorni nostri
Moltissimi i casi di iconoclastia avvenuti nel XIX e XX secolo. Tipici sono quelli inerenti a Napoleone, che aveva posto monumenti in memoria delle sue vittorie in mezza Europa. Dopo la sconfitta e la morte vennero rimossi dai suoi nemici persino nella capitale francese.
Peggio ancora toccò agli zar, che oltre che fisicamente, vennero eliminati dai palazzi pubblici che avevano costruito, per essere sostituiti con falci e martelli, simbolo di potere bolscevico. A sua volta, dopo la caduta dell’ URSS, furono le statue del compagno Lenin a cadere nei Paesi che un tempo avevano fatto parte del suo sogno sovietico.
Nel 2001, il 12 Marzo la distruzione dei giganteschi Buddha gemelli di Bamiyan, da parte dei talebani anticipò di nove mesi esatti l’abbattimento delle Torri Gemelle di New York (11 Settembre). Così come quella delle statue di Mosul da parte dell’ ISIS, fino all’attuale ondata iconoclasta, sulla scia del movimento “Black Lives Matter”, scatenato dalla morte di George Floyd avvenuta nella città di Minneapolis.
La furia scatenata in America, con l’ abbattimento della statua di Cristoforo Colombo, si è poi propagata anche altrove, come in Inghilterra, dove ad essere bersagliato è stato il Memoriale dedicato a Wiston Churchill, in Belgio a farne le spese, sono stati i monumenti dedicati a Re Leopoldo II, il cui trattamento coloniale del Congo fu predatorio.
Cosa si nasconde dietro l’ iconoclastia
L’ attuale iconoclastia, non ha religione nè confini, non rientra nell’ ambito della teologia, ma in un fanatismo divenuto strumento di lotta politica eversiva. Alla Mecca vige il divieto di ingresso ai non musulmani, ma negli ultimi anni la città si è trasformata in una vera e propria Las Vegas saudita, attraverso la distruzione di preziosi edifici storici in favore di centri commerciali. In Turchia invece il presidente Erdogan è pronto a riaprire al culto islamico, l’ ex Basilica di Santa Sofia a Instanbul.
IL cambiamento di paradigma è l’espressione di una corrente mondiale, che attraverso la cancellazione sistematica di ogni passato, di ogni memoria, come in tutti i regimi della storia, caratterizza l’ imposizione di un presente senza futuro, venerato da chi la pensa diversamente.
La storia umana non è un Eden, e annientare ogni simbolo non la cancellerà.