Alcuni teschi di Samuel Morton della Collezione cranica del Museo di antropologia della Pennsylvania saranno rimpatriati. La raccolta di resti umani studiati per fornire le prove della superiorità della razza bianca perderà quindi alcuni pezzi. Gli studenti universitari criticavano la presenza delle ossa nel campus.
L’evoluzione dell’uomo: scoperto teschio di 2 mln di anni
A cosa servivano i teschi di Samuel Morton?
L’antropologo, professore al Penn medical College e ufficiale dell’Accademia di scienze naturali di Filadelfia ha studiato i crani. I resti umani di schiavi erano il materiale con cui lo scienziato ha dimostrato la sua teoria del poligenismo. Sosteneva infatti che esistano cinque razze umane con origini diverse e alcune siano migliori di altre. Un concetto ripreso dalle ideologie naziste e fasciste e a favore della schiavitù. Morton ha misurato e osservato i crani di mille persone, definendo più intelligenti quelli con teschio più grande. Quindi i bianchi sono intellettualmente migliori di caucasici, nativi americani e neri.
Morton e gli studi recenti
Gli studenti di Antropologia dell’Università della Pennsylvania criticano l’opera dello scienziato, “Crania americana”. Paul Wolff Mitchell, dottorando, ha letto le note di Morton con le misurazioni e le sue considerazioni, ma ritiene siano influenzate dal pregiudizio razziale. Il ricercatore ha anche messo in evidenza che lo studioso non ha considerato l’età, il sesso, le dimensioni del corpo. Nel suo articolo ha anche fatto riferimento all’anatomista tedesco Friedrich Tiedemann che ha analizzato il cervello umano. L’esperto ha notato che in tutti gli uomini ci sono differenze di conformazione e non è quindi una caratteristica di alcune razze. Ha anche verificato la presenza di 14 Black Philadelphians, alcuni dei quali nati in schiavitù. Ha fatto scalpore il fatto che alcune ossa provenissero dal cimitero cittadino.
Il piano di rimpatrio dei crani
La direzione del Penn museum si è scusata per aver conservato una collezione che può essere messa in relazione al razzismo scientifico. I responsabili stanno anche avviando un piano per il rimpatrio o la sepoltura di oltre 50 teschi appartenenti ad ex schiavi cubani e americani. Inoltre, già si pensa ad un metodo diverso di gestione ed esposizione dei resti umani. Il centro culturale ha acquisito la raccolta nel 1966 e l’ha resa visibile al pubblico. I crani erano utilizzati anche per lo studio, fino a quando una studentessa ha scritto un editoriale su “The Daily Pennsylvanian”. Ci sono pure resti di indiani e Hawaiani che possono essere riconsegnati alle comunità originarie. Il polo di studi si sta organizzando per gestire queste pratiche burocratiche.