giovedì, Aprile 17, 2025

I giovani e la mobilità in Europa

Per uno studente, avere sempre pronto un curriculum vitae europass aggiornato può rivelarsi molto importante per trovare opportunità formative all’estero.

Le esperienze di mobilità rivestono grande importanza per i giovani, come rivela il recente studio pluriennale “La mobilità transnazionale e le imprese” pubblicato dall’Agenzia nazionale Erasmus+ INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche).

L’analisi era finalizzata ad esaminare gli effetti e cambiamenti prodotti dalle esperienze di mobilità sugli studenti e su diversi professionisti (insegnanti, personale tecnico scolastico, rappresentanti sindacali, responsabili risorse umane, etc.). Sono stati esaminati i progetti Erasmus+ Azione Chiave 1 (mobilità individuale per l’apprendimento) finanziati nei bandi 2017 e 2018 e ultimati nei due anni successivi.

Per le nuove generazioni il viaggio rappresenta una grande esperienza formativa

Gli obiettivi del progetto “Azione Chiave 1: Mobilità Individuale a fini di Apprendimento”, sono mirate al conseguimento di uno o più dei seguenti risultati:

  • Miglioramento della performance di apprendimento;
  • Rafforzamento dell’occupabilità e miglioramento delle prospettive di carriera;
  • Aumento del senso di iniziativa e dell’imprenditorialità;
  • Aumento dell’emancipazione e dell’autostima;
  • Miglioramento delle competenze digitali e nelle lingue straniere;
  • Potenziamento della consapevolezza interculturale;
  • Partecipazione più attiva alla società;
  • Potenziamento dell’interazione positiva con persone provenienti da contesti diversi;
  • Miglioramento della consapevolezza del progetto europeo e dei valori dell’UE;
  • Maggiore motivazione a prendere parte, in futuro, ad attività di istruzione o formazione (formale/non formale) dopo il periodo di mobilità all’estero.

Complessivamente sono stati distribuiti 16.368 questionari, per un ritorno di 6075 moduli compilati ed analizzati, pari a un tasso di risposta del 37,1 %.

Il profilo medio degli intervistati era di fascia d’età 18-20 anni, residente in Italia, nella maggior parte appartenente al genere femminile, non occupati e con un livello di istruzione medio-alto.

Nel complesso, i dati mostrano il profilo di una “generazione Erasmus-millennial” che attribuisce grande valore al “viaggio” in Europa, come opportunità per sviluppare le proprie competenze sociali, professionali, di capacità linguistica- in particolare la conoscenza dell’inglese– e di soft skills (competenze trasversali).

Per il 67,2% di loro, infatti, la mobilità Erasmus non è stata la prima esperienza di viaggio in quanto, in passato, avevano attraversato i confini nazionali per motivi di studio, lavoro e svago.

I partecipanti hanno manifestato un alto livello di gradimento dell’esperienza Erasmus (l’82,7% dichiara di aver ottenuto notevoli benefici, e il 98,2% la consiglierebbe), poiché è riuscita a soddisfare le aspettative che aveva prima di partire.

I giovani desiderano che l’esperienza formativa all’estero sia riconosciuta e certificata

Il cambiamento prodotto dalla mobilità transnazionale sugli individui è percepito maggiormente nell’ambito della formazione e studio (61%); seguono poi l’occupabilità (26%) e la transnazionalità (13%).

Il 74,4% dei partecipanti è stato particolarmente attivo durante le attività formative, cosa che è servita come spinta motivazionale per proseguire gli studi (56,6% degli intervistati). Il 35% degli studenti ha trovato un lavoro adeguato al proprio profilo, e il 40,3% di loro ha avuto l’opportunità di lavorare all’estero.

L’analisi dei dati relativi fa emergere come la preparazione ricevuta, nel complesso, sia stata ritenuta “molto utile” (26,4%) e “abbastanza utile” (56,9%), soprattutto relativamente alle soft skills, alle competenze linguistiche, e alla conoscenza del paese di permanenza.

La percezione che i partecipanti hanno del periodo di formazione evidenzia però un rischio.

Infatti, se non opportunamente riconosciuto e certificato, esso potrebbe essere di difficile spendibilità all’interno del sistema educativo e del mondo del lavoro.

Per quanto riguarda questo aspetto, si è confermato l’utilizzo prevalente del documento Europass Mobilità (43,5%) insieme ai diversi certificati che attestano le conoscenze e le competenze acquisite durante il soggiorno all’estero (30,6%) e al rilascio di lettere di referenze (7,6%).

La maggior parte degli intervistati (50,7%) ha comunque dichiarato che l’esperienza ha determinato un credito formativo, e il 26,8% ha affermato che essa è stata riconosciuta in termini di valore aggiunto al proprio Cv, dimostrando così l’impegno delle organizzazioni organizzatrici a offrire ai partecipanti uno strumento che sia il più possibile utilizzabile per il loro futuro formativo e professionale.

Come ha sottolineato il Presidente UE Ursula von der Leyen, durante il discorso sullo Stato dell’Unione – Settembre 2021):

Se vogliamo plasmare la nostra Unione a loro immagine, i giovani devono poter plasmare il futuro dell’Europa”.

In conclusione, dalle evidenze emerse si conferma che le esperienze realizzate si rivelano valide ed efficaci, particolarmente apprezzate dai partecipanti, e capaci di generare un cambiamento negli individui. Ciò riguarda, nella maggior parte dei casi, il miglioramento delle capacità trasversali, una maggiore chiarezza riguardo ai progetti per il futuro, e l’aumentata consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni.

Tali esperienze formative, permettendo la partecipazione attiva dei giovani al mercato del lavoro e alla società, rappresentano uno strumento concretamente utile per costruire un’Europa sempre più vicina alle loro esigenze.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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