Il 23 febbraio 1832, i Carabinieri Reali per la prima volta mostrano sui copricapi, il simbolo della granata con fiamma. Attraverso il Regolamento per le divise degli Uffiziali, Bass’Uffiziali, Carabinieri e Allievi, lo stemma dell’Arma rappresenta l’Istituzione. Inoltre, la storia sulle differenti tipologie di cappelli militari dell’Arma, risale al XVIII secolo. Dal 1832, il bordo precedente del copricapo sparisce e lascia posto alla granata d’argento e d’oro degli ufficiali, con il pennacchio rosso e turchese.
I Carabinieri Reali: cosa accade nel 1832?
Con le regole dell’Arma Carabinieri, sulle disposizioni nuove per le divise del 1832, il cappello allora in uso degli ufficiali, presenta le nappe di colore argento. Dal 23 febbraio dello stesso anno, il bordo sui copricapi sparisce e compaiono i due emblemi, di cui: la granata d’argento e dorata per gli ufficiali. Di fatto, il bottone precedente trova sostituzione con i nuovi accessori e modelli istituzionali.
Anche gli ornamenti del pennacchio rosso ed azzurro, dalla forma di piume più estese per gli ufficiali e meno lunghe per gli altri militari. In realtà, dieci anni prima nasce un insieme di normative autonome, sull’organizzazione delle Divise per gli Uffiziali, Bass’Uffiziali Carabinieri ed Allievi. Mentre l’anno seguente alle regole del 1832 consegue un rinnovamento sulle uniformi, con caratteristiche presenti ancora oggi.
A fronte di ciò, l’utilizzo di termini eccessivi in lingua francese diviene una consuetudine, durante il periodo della Restaurazione. A ragion per cui, gran parte di documenti e decreti avvengono in lingua scritta francese. Tuttavia, la nascita della parola coccarda proviene dalla lingua francese, che intende il significato di nappa del cappello. Dal Regolamento sulle uniformi, le origini del nome compaiono per la prima volta e come tali rimangono nel tempo.
Cosa rappresenta la Fiamma dei Carabinieri?
Tra gli stemmi sui copricapi dei Carabinieri, uno dei simboli che in primis, le persone riconoscono come appartenenti alle Forze Armate. Tuttavia, il nome fiamma per precisione indica soltanto un oggetto, cioè la granata a mano del XVIII secolo. All’epoca, l’ordigno si compone di un corpo metallico colmo di polvere da sparo, con un foro per la miccia e la fiamma con due appigli, che i soldati lanciano al nemico.
Sull’emblema dell’Arma dei Carabinieri compare la visione della fiamma, dell’ordigno esplosivo di colore argento, poi dorato sullo stemma araldico del 1935. Al tempo, con la contrarietà di Vittorio Emanuele I ai Francesi, i Carabinieri Reali utilizzano l’uniforme e la fiamma dell’Arma dell’Istituzione, dalla Gendarmeria napoleonica. In seguito, l’emblema della fiamma rappresenta anche la forza pubblica dei Carabinieri.