La procura di Pescara continua ad indagare senza sosta per far luce sulla tragedia che si è consumata mercoledi 18 gennaio nell’hotel Rigopiano.
Dopo una settimana sono stati recuperati tutti i corpi e oggi, con dolore, i soccorritori affermano che non c’è più nessuno da salvare e che il possibile è stato fatto. Il bilancio complessivo è di 29 vittime e solo 11 sopravvissuti, compresi i due uomini che hanno lanciato il primo messaggio di aiuto dopo la valanga, messaggio che, inizialmente, sembra essere caduto nel vuoto. Gli ultimi due corpi, di cui un uomo e una donna, sono stati ritrovati intorno mezzanotte vicino a quello che era il bar dell’hotel.
Intanto il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, fa il punto sulle indagini. Le prime autopsie dei corpi delle vittime riportano differenti cause di morte. In alcuni casi ci sono state morti immediate per schiacciamento, in altri casi invece non ci sono stati decessi immediati ma una concorrenza di cause, tra cui schiacciamento, ipotermia e asfissia. A detta di Tedeschini, nessuno è morto solo per ipotermia.
Il procuratore continua ad indagare anche sulle evidenti incomprensioni relative alle richieste d’aiuto all’inizio presumibilmente trascurate e sui seguenti ritardi nei soccorsi. Bisogna ricostruire la catena di responsabilità. Per ora le indagini, come dichiara il procuratore di Pescara Tedeschini, procedono per disastro e omicidio plurimo colposo.
