
Dieci minuti di passeggiata, giusto-giusto quelli che dalla stazione ti accompagnano sino ai famosi Giardini Estensi di Varese, giusto-giusto quel tempo che ti porta a rilassarti e goderti i rari momenti di sole di questo Maggio 2019. Ecco che arrivi al Palazzo Estense e, addentrandoti nell’ammirabile giardino di quelle che furono le proprietà del duca d’Este, sali poi verso il confine della proprietà. Qui si erge Villa Mirabello, luogo dove il duca fece erigere il suo teatrino all’aperto.

Ti fermi e respiri la storia. La Villa è semplicemente stupenda. Difficilmente avrebbero potuto scegliere un posto più suggestivo e così facilmente raggiungibile per ospitare le meravigliose opere di Renato Guttuso (1911-1987). Guttuso e i suoi quadri. Guttuso e il suo pensiero. Guttuso e i suoi studi. Guttuso che appare in tutte le sue sfaccettature di massimo esponente del neorealismo pittorico, così quasi da volerti dire in faccia, ancora oggi, la sua esigenza: «esprimere la realtà attraverso il rinnovamento del linguaggio». Un immenso regalo al territorio quello fatto dai Musei civici di Varese, con una mostra che ospita le opere di un artista che viveva nelle nostre zone e che non si vedeva qui esposto sin dagli anni ’80.
Il cuore della mostra
Spingi la porta d’ingresso, entri, ti trovi d’innanzi a quella che sarà l’immersione nel mondo di un grande artista. E non puoi far altro che trattenere il fiato. E arrivi sul fondo, quella parete azzurra che attrae l’immersione. I primi quadri, i ritratti, i colori.. Riprendi fiato. E vedi e leggi quello che era il rapporto di Guttuso col pennello, quelle frasi che gli scivolavano fra la ano e la mente: << La pittura è il mio mestiere. Cioè è il mio mestiere e il mio modo di avere rapporto con il mondo. Credo che per me esso rappresenti la più idonea possibilità di capire e di farmi capire … Vorrei essere appassionato e semplice, audace e non esagerato. Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità>>.

Spes contra Spem
Percorri un quadro dopo l’altro, ritrovandoti con emozione fra tutti quei bozzetti che hanno portato Guttuso alla composizione di Spes contra Spem. E ti chiedi che cosa significhino quelle parole tanto misteriose. E capisci che si tratta di una locuzione latina. Una citazione. Quella che si trova nella Lettera ai Romani di San Paolo e che può esser tradotta con “La speranza oltre ogni speranza”. Un titolo che si fissa saldamente all’emozione che porta con sé la tela. Una tela che è l’unità di passato, presente e avvenire. Spes contra Spem lascia a bocca aperta. E di meno non è neanche il nel resto del percorso artistico, fra le forme di donna, i Ginecei, la lode allo sport e i suoi mostri della Palagonia. Senza fare troppi spoiler né troppe critiche, è necessario lasciare spazio alla tua visita alla mostra che, come contatto e sensazione diretta, vale di più di qualsiasi opinione o descrizione analitica.

Guttuso – la mostra – durata e orari – come e dove raggiungerla
L’esposizione, il cui nome completo è “Renato Guttuso a Varese. Opere della Fondazione Pellin”, rimarrà a Villa Mirabello sino al 6 Gennaio 2020. Gli orari di visita sono quelli della Villa, ovvero tutti i giorni, dalle 10 alle 18.00, con chiusura totale il lunedì e variazioni d’orario nel corso di eventuali feste nazionali. I costi sono veramente accessibili, 5 € prezzo intero e 3 € prezzo ridotto. A Villa Mirabello si può arrivare sia da Piazza della Motta 4, Varese (VA), entrando dalla parte dei musei civici che da via Luigi Sacco 5, attraverso i giardini estensi, salendo sino al confine della tenuta. La location può esser facilmente raggiunta con una passeggiata di circa dieci minuti dalla stazione di Varese, con i bus che passano per il centro o, se in auto, parcheggiando in Piazza Motta o nei parcheggi a pagamento dei Giardini.
Organizzata da Serena Contini, responsabile dell’ufficio ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale e museale, la mostra ha avuto (e sta avendo) un forte successo. L’inaugurazione è avvenuta su inviti Sabato 18 Maggio 2019, con la partecipazione di oltre quattrocento persone tra autorità civili, militari e religiose e volti noti della cultura e dell’arte.