venerdì, Luglio 5, 2024

Guglielmo I di Sicilia – 1151: sul trono normanno Altavilla

Nel 1151, Guglielmo I di Sicilia, figlio del monarca Ruggero II, diviene regnante col padre, per tre anni. Con la morte del genitore, il nuovo tronista trascorre gran parte del tempo nell’harem e tra i privilegi del Palazzo Reale. Inoltre, il sovrano non adempie ai propri doveri, nei confronti della Corona, fino ad arrivare all’assenza piena, nella gestione della medesima. Conseguono per il monarca di Sicilia, gli ostacoli politici con l’Impero di Bisanzio.

Guglielmo I di Sicilia chi è?

Guglielmo I di Sicilia nasce a Palermo nel 1120 e decede nella città di origine nel 1166. Dalla discendenza normanna del casato Reale Altavilla, Guglielmo è quarto figlio del Duca di Puglia e Calabria, Re Ruggero II di Sicilia e di Elvira di Castiglia. L’8 aprile 1151, il padre decide di incoronare suo successore al trono, il figlio, con il suo aiuto alla Corona. Nel 1154, Guglielmo perde il genitore ed acquisisce il potere effettivo del Regno.

In seguito, il monarca trascorre una vita piena di agi e sfarzi, con una formazione scolastica piena di privilegi, presso la Corte di Palermo. Inoltre, la decisione di Guglielmo I di Sicilia, di aggiungere delle titolature arabe al proprio nome, con il significato “che invoca il potere di Dio”. Per le questioni sulla gestione del Regno, il sovrano affida gli incarichi decisionali della Corona a personaggi di fiducia, che nomina come Primi Ministri.

Tra i ruoli politici a più persone, figura Maione di Bari, funzionario italiano con la nomina emiro degli emiri, nella facoltà di più cariche. In seguito, la minaccia del Regno germanico con Federico Barbarossa, monarca del Sacro Romano Impero. Tuttavia, anche il Regno di Bisanzio avanza pretese politiche, con il sovrano bizantino Manuele I Comneno, poi segue Papa Adriano IV.

Le mire di espansione territoriale

Quando il popolo bizantino si dirige nel Regno di Sicilia, il Papato di Adriano IV intende espandere i confini pontifici, in attesa dell’avanzamento delle forze d’Oriente, sull’isola italiana. A fine 1155, l’accordo bellico tra Papato ed Impero bizantino, contro il Regno di Sicilia. Di fatto, il pontefice ordina al proprio esercito l’avanzata bellica contro l’isola di Sicilia, con la conquista della Puglia e Campania.

A fronte di ciò, i Bizantini e Papa Adriano IV proseguono l’azione bellica e Re Guglielmo I di Sicilia tenta di riorganizzare il proprio esercito. Segue la decisione del monarca italiano, di affidare le forze armate al comando di Guglielmo Fiammingo, noto come Giustiziere di terra d’Otranto. Nel 1156, il capo dell’esercito del Regno di Sicilia giunge a Brindisi, dove i militari bizantini assediano la città.

Alla notizia del prossimo arrivo in Sicilia di Guglielmo Fiammingo, alcuni Baroni della Puglia abbandonano i territori, insieme ai mercenari. Di conseguenza, il blocco della città di Brindisi, sia via terra che mare, per oltre un mese. Solo il 28 maggio 1156, gli abitanti della città riaprono il passaggio ai Normanni. A fronte di ciò, le navi bizantine subiscono la cattura e la confisca di oro e argento. Dopo la sconfitta del popolo bizantino, per volere di Guglielmo la prigionia del popolo d’Oriente e la pietà per il medesimo.

Al contrario, i mercenari sudditi ribelli Bizantini subiscono l’uccisione, per ordine del comandante delle forze armate di Sicilia. In seguito, il Trattato di Benevento con l’accordo tra Papa Adriano IV ed i Normanni del Regno di Sicilia. Attraverso tale atto di pace, lo Stato Pontificio rinuncia alle espansioni territoriali e sigla la fine delle guerre con Re Guglielmo I di Sicilia.

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