I gruppi di auto-mutuo aiuto nei casi di violenza sulle donne sono una modalità per raggiungere l’empowerment individuale e di gruppo, attraverso l’aiuto reciproco e l’ascolto attivo delle donne che hanno vissuto l’esperienza della violenza. Essi sono coordinati da conduttori.
Cosa sono i gruppi di auto-mutuo aiuto?
I gruppi di auto-mutuo aiuto nei casi di violenza sulle donne sono una modalità per raggiungere l’empowerment individuale e di gruppo, attraverso l’aiuto reciproco e l’ascolto attivo delle donne che hanno vissuto l’esperienza della violenza. Essi sono coordinati da conduttori.
Nei casi di violenza, ci si confronta con il trauma. Si tratta di un’esperienza terrificante e in grado di alterare la vita di chi lo sperimenta. Il trauma porta con sé delle conseguenze fisiche, psicologiche, emotive e relazionali.
I gruppi permettono di far circolare le esperienze e i modi di pensare. In tal modo si possono ampliare le proprie prospettive. Quindi, è possibile comprendere modi diversi di vivere, di affrontare e di superare le diverse problematiche.
Destinatari
I gruppi di auto-mutuo aiuto sono rivolti alle donne che hanno subito maltrattamenti e violenze, e che dentro di sé possano cercare la guarigione.
Obiettivi
Gli obiettivi partono dal costituire un punto di partenza per le donne vittime che, condividendo la stessa problematica, possano rivedersi una nelle altre. Ciò consente il confronto delle esperienze negative vissute, sperimentando modalità nuove di acquisire consapevolezza e riprendere fiducia in sé mentre si attiva una ri-costruzione.
Tra gli obiettivi specifici, ci sono:
- sostenere la donna nella crescita emotiva e nell’autonomia del pensiero ed economica;
- integrazione della vittima nel contesto sociale;
- accettazione di sé e degli altri;
- supportare la vittima quando il trauma subìto riemerge nei complessi momenti dei tentativi di elaborazione, insieme alla rabbia, la vergogna e il senso di colpa che viene percepito, disagio.
Finalità
I gruppi di auto-mutuo aiuto risultano essere un importante supporto. Forniscono un sostegno aggiuntivo e complementare rispetto al supporto professionale fornito dai Centri antiviolenza (CAV), dai servizi sociali, dai consultori e dalle Forze dell’Ordine. Tra le finalità, c’è la partecipazione di accedere a uno spazio sicuro, empatico e non giudicante con persone che hanno vissuto la stessa esperienza. Si tratta di un luogo protetto dove sentirsi liberi di raccontare la propria storia sapendo di essere ascoltate.
Gli incontri sono volti ad acquisire le abilità per migliorare il benessere e la qualità della propria vita.
Metodologia
La metodologia punta all’aiuto reciproco e all’ascolto attivo. In tal modo si può perseguire l’empowerment individuale e collettivo. L’empowerment è la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell’ambito delle relazioni personali.
Le condizioni necessarie sono sia la condivisione di uno spazio, tempo e idee, come pure lo scambio di emozioni e risorse tra le persone del gruppo.
E’ necessario lavorare sulla solitudine avvertita dalle vittime per conoscere e sviscerare la sofferenza personale della donna, proprio attraverso il confronto tra le diverse esperienze.
Solitamente, gli incontri sono a cadenza settimanale, della durata di due ore circa, per un massimo di dieci partecipanti.
Ruolo dei conduttori
Il conduttore è anche coordinatore, dunque cura gli aspetti organizzativi e quelli relazionali; ha la funzione di organizzare, indirizzare e facilitare la vita e l’azione del gruppo.
Tematiche degli incontri
Le partecipanti sono supportate nella ricerca della consapevolezza e nel riconoscimento delle conseguenza del trauma.
Nello specifico possono essere trattati anche questi temi:
- psicoeducazione al trauma e alle conseguenze fisiche, psicologiche, emotive, relazionali e sulla sessualità;
- disturbi alimentari;
- abilità per la regolazione emotiva e la comunicazione interpersonale;
- tecniche di mindfulness e rilassamento per contrastare lo stress post-traumatico.
Caratteristiche dei gruppi di auto-mutuo aiuto
Nel costruire il gruppo di auto aiuto con le donne vittime di violenza, bisogna tener presente che il gruppo ha una sua identità e caratteristiche proprie:
- nome;
- confini, ad esempio chi ne fa parte e chi no;
- modalità di partecipazione, cioè modo in cui se ne fa parte;
- finalità;
- cultura che condivide, dai bisogni, aspirazioni, ai valori e norme;
- sistemi di ruoli e meccanismi di funzionamento.
Il gruppo si confronta su: motivazione, percezione del potere, gestione del conflitto. Svolge un compito, cioè ciò per cui è nato, e che una volta raggiunto ne seguirà la fine.
Gruppi sulla conoscenza e cura di sé
I gruppi di auto-mutuo aiuto nascono dalla necessità di indagare le motivazioni che impediscono alle donne di aver cura di sé. Come pure per confrontandosi sui percorsi idonei per il raggiungimento del proprio benessere. E’ necessario un cambiamento, che parte sempre dalla scoperta della cura di sé.
Il gruppo a sostegno alla genitorialità
I gruppi di auto-mutuo aiuto sono rivolti anche alle donne accompagnate da minori. Condividono scelte e difficoltà. Dunque, è importante che mamme vittime di violenza possano riappropriarsi delle reti sociali naturali, sviluppare relazioni sane.
Conclusione
Durante la partecipazione ai gruppi di auto-mutuo aiuto nei casi di violenza sulle donne, bisogna considerare che è necessario superare emozioni difficili come vergogna, senso di colpa e disgusto che le vittime di trauma e abusi provano. e accendere la speranza che un miglioramento può davvero accadere.
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