Green Pass sì o no: possiamo ancora scegliere una cura?

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Green pass dilaga

Questa è la storia di un’insegnante precaria, capace di argomentare nuovi possibili strumenti di rispetto della normativa vigente, in arte Green Pass, in grado di rispondere al presidente regionale e che si è vista trattata in malo modo dagli esponenti politici della Regione Emilia-Romagna. Quando? Sabato 04 settembre nel pomeriggio intorno alle 18:30. Riportiamo la lettera così come è arrivata.

Un’insegnante precaria di fronte alla politica

Cari concittadini,
sono un’insegnante precaria della provincia di Rimini che ha deciso di non rimanere in silenzio di fronte ad un episodio, a dir poco indegno di un paese democratico (che l’Italia non è più), nel quale sono stata coinvolta sabato pomeriggio.

Il Presidente della Regione presenta il suo libro

Il presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, è stato invitato a presentare il suo nuovo libro a Rimini nel pomeriggio di sabato 28 agosto, alla presenza di altre personalità del PD della provincia riminese, in primis il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e il candidato sindaco alle prossime elezioni, Jamil Sadegholvaad.

L’incontro con il Presidente regionale

Preoccupati per la gravissima discriminazione a cui siamo stati sottoposti con l’introduzione del Green pass. Dopo aver discusso con altri docenti riminesi che come me hanno una posizione dubbiosa sul vaccino, preoccupati per la gravissima discriminazione a cui siamo stati sottoposti con l’introduzione del Green pass, siamo riusciti ad ottenere la possibilità di incontrare di persona il presidente, poco prima dell’inizio della conferenza, per sottoporgli la nostra richiesta di rendere i tamponi salivari legittimi e validi per il rilascio del Green pass (in quanto meno invasivi rispetto a quelli naso-faringei, ma attualmente non validi per ottenere il lasciapassare).

Siete vaccinate?

Sabato 04 settembre pomeriggio attorno alle 18:45 il presidente Bonaccini è arrivato nel luogo della conferenza e, come da accordi, si è diretto verso noi docenti che lo stavamo aspettando. Non ci è stato concesso nemmeno il tempo di presentarci che lui, con toni violenti ed inquisitori, ci ha chiesto ad alta voce: “Siete vaccinate?”. Per un attimo siamo rimaste ammutolite, con gli occhi sgranati, ma lui ha subito rinnovato la domanda, quasi urlando, con un fare sempre più intimidatorio: “Siete vaccinate???”. Nei suoi occhi e nella sua voce vibravano un disprezzo e una rabbia tangibili. Ha proseguito sbraitando dinanzi ai nostri volti esterrefatti: “Io con i non-vaccinati non parlo! Non mi portate i non-vaccinati!”.


Ci siamo sentite come dei vermi che avrebbe schiacciato volentieri

Se solo avesse potuto. Purtroppo le mie parole non riusciranno mai a rendere la durezza e l’aggressività di quei toni e il carattere violento, quasi irreale, di quella scena. Mentre Bonaccini ci esortava a “toglierci dal cazzo” (sic!), si è intromesso anche il sindaco Gnassi che, con le stesse maniere galanti del suo compagno e collega, mi ha spintonato e ha intimato perentoriamente a me e alle mie colleghe di andarcene subito.

La cacciata dell’insegnante

Trovandomi faccia a faccia con il sindaco (che ho contribuito a far eleggere per ben due mandati e che fino a qualche tempo fa stimavo per l’impegno e la dedizione profusi per migliorare e valorizzare la nostra città), mentre mi cacciava come una reietta senza neanche avermi dato la possibilità di parlare, gli ho detto che mia madre era un’ex alunna di sua madre, una straordinaria insegnante di lettere che mia madre ha amato per i suoi ideali di uguaglianza e giustizia, che sapeva trasmettere ai suoi studenti; la sua risposta è stata: “Non me ne frega un cazzo di chi sei figlia! Toglietevi dai coglioni!”.

Agenti Digos in borghese


Sapere la mia identità interessava molto invece a qualcun altro poco distante. Infatti, mentre mi allontanavo in uno stato di forte agitazione e smarrimento, due uomini mi hanno seguito: erano due agenti della Digos, in borghese, che mi hanno chiesto i documenti e li hanno fotografati. Mi chiedo come dei politici possano aver tanto smarrito il senso della loro missione al punto da negare aprioristicamente il dialogo a chi non la pensi come loro, sostituendolo con aggressioni verbali, turpiloquio e spintoni.

La storica lotta della sinistra per i diritti di tutti dove si è smarrita?

Meschino ed ipocrita riempirsi la bocca di belle parole quando si tratta di donne afghane, migranti e lgbt (gruppi sociali che hanno il sacrosanto ed inalienabile diritto, come tutti gli esseri umani e tutte le altre specie viventi, ad una vita dignitosa e felice) e poi non dire una parola in favore dei propri concittadini così brutalmente discriminati, ma anzi fomentare il clima d’odio contro di essi.