lunedì, Aprile 14, 2025

Green Pass rafforzato: il nuovo decreto la prossima settimana

La prossima settimana potremmo trovarci di fronte a un Green Pass rafforzato, tramite un nuovo decreto. Speranza ricorda che la situazione sta peggiorando.

Cos’è il Green Pass rafforzato?

Chiusure mirate, lockdown leggeri, e misure restrittive mettono di nuovo al centro l’utilizzo del Green Pass rafforzato, ovvero un lasciapassare solo per i vaccinati e per le attività ricreative operanti nelle regioni che cambieranno colore. 

I prossimi provvedimenti

In prima battuta l’esecutivo sembra studiare un provvedimento sull’obbligo della terza dose per sanitari e personale delle Rsa. “Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe quella di consentire attività ricreative a chi è vaccinato, nonostante il cambio di colore della regione, superando il limite di quattro persone a tavola nei ristoranti. Misura che varrebbe per la zona gialla, ma anche arancione dove le restrizioni sono severe, con coprifuoco, ristoranti aperti solo per l’asporto e chiusura degli impianti sciistici.

Regole più severe

Ci saranno regole più severe per chi decide di non vaccinarsi. Si tratterà di veri e propri divieti legati alla vita sociale per proteggere chi è immunizzato. La linea della cautela sin qui tenuta da Palazzo Chigi non regge di fronte al rischio che le terapie intensive superino la soglia critica, come sta accadendo in altri Stati europei. Anche l’Italia sembra dunque andare nella direzione di un doppio binario, per premiare chi ha completato il ciclo vaccinale.

Il ministro Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza ieri ha incontrato il sottosegretario Roberto Garofoli, con il quale ha analizzato i dati dei contagi e dei morti. Per il governo è ormai chiaro che “la situazione sta peggiorando, non si può stare fermi” e sarà inevitabile che “i non vaccinati paghino più di chi ha invece scelto di immunizzarsi”. Ogni persona in più che si vaccina è uno scudo più forte che abbiamo”, ha detto il Ministro. Segue la stessa linea la titolare degli Affari Regionali Mariastella Gelmini che, di fronte ai presidenti di Regione ha chiarito come non ci sia “alcuna volontà di spaccare il Paese, ma se l’aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni, non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano i vaccinati e i non vaccinati”. La prossima settimana, dopo un nuovo confronto con i governatori, sarà dunque convocata la cabina di regia e poi si procederà con un decreto.

Green Pass rafforzato: riduzione validità

La validità del Green Pass verrà ridotta, non ci sono più dubbi. Gli ultimi studi dell’Istituto superiore di sanità, che dimostrano come la copertura vaccinale cominci a scemare dopo i 6 mesi, convincono tutti che sia necessario intervenire al più presto. Il decreto stabilirà che il Green Pass non sarà più valido un anno, ma 9 mesi dall’ultima inoculazione. E in questo senso va la decisione presa da Speranza di anticipare al 22 novembre l’avvio della campagna di richiamo per la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. Entro il 29 novembre l’Ema dovrebbe dare il via libera al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Subito dopo l’Italia avvierà la campagna anche per i più piccoli.

I tamponi

Le opzioni sul tavolo sono diverse. Sarà la cabina di regia del governo, confortata dal parere degli scienziati, a prendere la decisione. I tamponi antigenici hanno mostrato un’attendibilità non completa e per questo c’è chi vorrebbe eliminarli come requisito per ottenere il Green Pass. Rimane il dubbio anche per i molecolari, ma in questo caso il problema riguarda la durata. Dal momento in cui arriva l’esito negativo ci sono infatti 72 ore e molti scienziati ritengono che in questo lasso di tempo ci si possa infettare e dunque essere contagiosi senza accorgersene. Per questo hanno chiesto di ridurre la validità portandola a 48 ore, mentre quella dell’antigenico potrebbe essere limitata a 24 ore.

Green pass rafforzato: cosa succederebbe?

Bar, ristoranti, cinema, teatri e tutti i luoghi al chiuso potrebbero essere inaccessibili per chi non è vaccinato. Al ministero della Salute lo ritengono ormai “inevitabile”. Insomma, perché penalizzare le attività e la vita di chi ha aderito alla campagna vaccinale? La convinzione del fronte rigorista è che a subire le restrizioni debbano essere le persone che hanno scelto di non immunizzarsi. Il presidente del Consiglio finora è stato cauto sulla possibilità di far pagare un prezzo più alto, in termini di libertà negate, ai non vaccinati. Ma col virus che corre, anche Draghi si starebbe convincendo che sia la via più indolore, come del resto chiedono compatti i governatori, sia pur di schieramenti opposti. Una delle ipotesi potrebbe essere l’eliminazione del tampone per ottenere il Green Pass. Antigenici e molecolari dovrebbero essere utilizzati soltanto per chi non ha il vaccino ma deve andare al lavoro.

Richiamo a 5 mesi dall’ultima dose

Il decreto confermerà l’obbligo per il personale sanitario e per i lavoratori delle Rsa di sottoporsi al richiamo del vaccino. Il governo sta valutando l’anticipo della terza dose a partire dalla fine del quinto mese e non dal sesto. Su questo dovrebbero però essere compatti i componenti del Cts per superare il parere dell’Ema, che ritiene valido l’intervallo di 6 mesi.

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