L’Unione Europa ha minacciato l’introduzione di nuove sanzioni nei confronti del governo di Minsk. A seguito di alcune proteste di esuli bielorussi a Kiev, inoltre, Bruxelles ha richiesto il rilascio di ben 600 prigionieri politici, sperando nell’avvio di una transizione democratica. I manifestanti non credono però che il regime di Aleksandr Lukashenko permetta un processo di questo tipo.
Perché l’UE intende imporre ulteriori sanzioni al governo di Minsk?
L’Unione Europea minaccia Minsk di imporre nuove sanzioni nei confronti del governo bielorusso. Insieme a questa affermazione, Bruxelles ha richiesto il rilascio di ben 600 prigionieri politici. Queste richieste fanno seguito ad una protesta contro la repressione politica di un gruppo di esuli bielorussi davanti all’ambasciata a Kiev. In Bielorussia, la repressione ha generato diverse tensioni, con centinaia di oppositori arrestati nel corso dei dodici mesi che hanno seguito la rielezione di Aleksandr Lukashenko. Si tratta di una rielezione che l’opposizione ha definito fraudolenta, e che ha scatenato un’ondata di proteste. Le violenze e gli scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine hanno provocato migliaia di feriti, nonché quattro morti.
Le dichiarazioni di Bruxelles
L’Alto rappresentante UE Josep Borrell ha avvertito in un comunicato che, vista la situazione, potrebbero essere adottate “nuove misure contro Minsk”. Questo “visto il flagrante mancato rispetto degli impegni internazionali da parte del regime”. Fino ad oggi, le sanzioni adottate dai Paesi membri dell’Unione Europea hanno coinvolto un numero pari a un centinaio di dignitari bielorussi. Tuttavia, sembra che al momento non abbiano prodotto alcun effetto nei confronti di Minsk. Bruxelles ha inoltre denunciato “una campagna di repressione e intimidazione contro la società civile il Bielorussia”. Si chiede inoltre l’avvio di una transizione democratica. I manifestanti a Kiev non sono tuttavia dell’avviso che un processo di questo tipo sia fattibile con Lukashenko al potere.
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