In un mondo sempre più incline al virtuale, Gerardo Goldwasser ci propone un ritorno al cuore della materialità. Il suo è un universo di trame, di volumi che si impossessano dello spazio, di tracce che si ritagliano sulla tela. Tutto è corporeo e allo stesso tempo sottile. Non ci sono nemmeno colori violenti che dirottino la nostra attenzione. Propone piuttosto
un invito ad ascoltare una materia che sussurra. Espone il progetto Persona al Padiglione dell’Uruguay della Biennale di Venezia fino al 27 novembre.
Gerardo Goldwasser e l’Uruguay alla Biennale di Venezia
Come rappresenta la società uruguaiana Gerardo Goldwasser?
In un mondo che rende culto all’istante, Goldwasser dialoga con la sua storia personale, con il passato della sua famiglia, con l’identità della società a cui appartiene. Nel suo lavoro c’è introspezione e allo stesso tempo l’esplorazione di un’eredità che ci permette di capire. La società̀ uruguaiana in cui è nato e che rappresenta è un esperimento radicale di immigrazione e convivenza. Una terra relativamente piccola e scarsamente popolata arrivarono, in epoche diverse, spagnoli che sognavano
di «fare l’America». Poi giungono comunità̀ guaranì̀ che circolavano nella regione, africani portati come schiavi, portoghesi delle Azzorre, italiani sfuggiti alla povertà̀, discendenti degli ugonotti, ebrei perseguitati, russi espulsi dagli zar. Accoglie anche mennoniti che si rifiutavano di fare i soldati, anarchici più̀ o meno violenti, armeni reduci dei massacri, miliziani sconfitti nella guerra civile spagnola. Infine, sopravvissuti ai campi di concentramento e sterminio di tutta Europa.
Migrazioni e cultura a Persona
Oggi arrivano cubani e venezuelani in fuga dalla paura e dalla fame con persone che si sentono attratte da una terra di tolleranza e libertà. La società̀ uruguaiana contemporanea non può̀ essere capita senza considerare il contributo delle correnti migratorie, sommate ad altre che non ho nominato. Ognuna ha portato le proprie convinzioni, i propri modi di vivere, la propria arte, le proprie storie. Portarono anche il loro sapere, perché́ tra loro c’erano contadini, muratori, lavandaie, fabbri, falegnami, mercanti, musicisti, parrucchieri, sarte e sarti.
L’arte di Gerardo Goldwasser
Gerardo fa arte a partire da una specifica combinazione di questi antecedenti. In essa si trovano l’ebraismo, l’arte della sartoria trasmessa di generazione in generazione, i campi di concentramento. Inoltre, nel suo lavoro incorpora una società̀ che è riuscita a costruire un modello particolare di convivenza nella diversità̀. L’opera di Goldwasser è profondamente uruguaiana, e per questo profondamente cosmopolita. Si costruisce con i materiali e le tecniche di un sarto. Non solo ci invita a guardarla, ma anche a percorrerla con la punta delle dita. In mezzo a tanto frastuono, è pura materialità̀ e
storia.
Immagine da cartella stampa.