Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Oggi, mercoledì 16 ottobre 2019, si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione (World Food Day), promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nota come FAO, che festeggia oggi il suo 74° anniversario.
La FAO è infatti nata il 16 ottobre 1945 quando 42 paesi si riunirono in Québec, in Canada, con l’obiettivo comune di agire contro fame e malnutrizione e di occuparsi del sistema alimentare globale.
Ogni anno il 16 ottobre si celebra dunque la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e si commemora la fondazione della FAO.
Sono numerose le iniziative promosse in oltre 150 paesi di tutto il mondo per diffondere una maggiore consapevolezza, per sensibilizzare le persone dell’importanza della lotta alla fame e per promuovere la sicurezza alimentare.
La FAO ha intitolato l’edizione di quest’anno “Le nostre azioni sono il nostro futuro. Un’alimentazione sana per un mondo #FameZero”.
#FameZero
Il tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2019 è Fame Zero: l’obiettivo non consiste solo nel combattere la fame, ma nutrire tutti con una dieta sana e sostenibile per l’ambiente, attenta alla salute dei consumatori e rispettosa della biodiversità delle varie specie.
Il 14 ottobre 2019 la FAO ha pubblicato lo State of Food and Agriculture 2019; ha denunciato come circa il 14% di tutto il cibo prodotto al mondo diventi immangiabile prima ancora di raggiungere gli scaffali di negozi e supermercati, per problemi nelle aziende produttrici, durante le fasi di stoccaggio o di trasporto.
In questa giornata stime così elevate impongono una seria riflessione sul problema della sicurezza alimentare.
Esiste e persiste un problema enorme relativo allo spreco di cibo che è stato suddiviso, per analizzarlo in maniera più funzionale, in due macro-aree:
gli alimenti persi prima della distribuzione (food loss) e lo spreco che si verifica in fase di distribuzione e nelle nostre case (food waste).
Il documento della FAO si concentra sul food loss e prova ad individuare i punti critici dove avvengono le perdite più sostanziali: a deperire più facilmente sono frutta e verdura; spesso nei paesi a basso reddito le perdite sono da attribuire alla carenza di infrastrutture adeguate (poca disponibilità o cattivo funzionamento di magazzini refrigerati); nei paesi industrializzati le perdite avvengono soprattutto per problemi tecnici in fase di stoccaggio, quali la cattiva regolazione di temperatura e umidità e l’eccesso di prodotto stoccati.
Se tutte queste problematiche nella conservazione dei cibi comportano ingenti perdite economiche, c’è anche da sottolineare come i problemi in fase di raccolta, come cattive condizioni climatiche, esigenze dettate dal mercato, tempistiche sbagliate e inesperienza nel campo agricolo, siano le cause di deterioramento più frequenti per tutti i tipi di prodotti.
Un’alimentazione scorretta
Negli ultimi decenni, complice la globalizzazione, l’urbanizzazione e l’aumento del reddito, le nostre abitudini alimentari sono cambiate in maniera radicale.
Si è passati da un’alimentazione a base di prodotti di stagione, sani e genuini come le verdure, a diete ricche di calorie, ad elevato contenuto di zucchero, sale, amidi raffinati, prodotti modificati, carne e grassi.
Si cucina sempre meno e si ricorre con molta più frequenza a fast-food, ristoranti da asporto, cibi di strada.
Questo cambiamento di abitudini alimentari ha importanti e drammatiche conseguenze; una dieta scorretta unita ad uno stile di vita sempre più sedentario non fa altro che accrescere i tassi di obesità non solo nei paesi sviluppati, ma anche nei paesi a basso reddito.
Si stima che oggi 672 milioni di adulti e 124 milioni di giovani tra i 5 e i 19 anni siano obesi, oltre 40 milioni di bambini al di sotto di 5 anni sono in sovrappeso, mentre oltre 820 milioni di persone soffrono la fame.
Seguire una dieta scorretta è uno dei principali fattori di rischio di morte in tutto il mondo per malattie non trasmissibili (MNT), tra cui patologie cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di cancro.
Qual è una dieta corretta?
Una dieta corretta ed equilibrata prevede una quantità sufficiente di alimenti sicuri, nutrienti e vari, che consentono di condurre una vita attiva e di ridurre il rischio di malattie. Comprende frutta, verdura, legumi, noci, semi e cereali integrali e alimenti poveri di grassi (in particolare grassi saturi), zuccheri e sale.
Gli alimenti nutrienti che costituiscono una dieta corretta non sono disponibili o accessibili per molte persone.
Biodiversità
Una dieta scorretta ha ripercussioni anche sull’ambiente: non c’è più spazio per le piccole produzioni agricole, in grado di contribuire al mantenimento della biodiversità con alimenti freschi e prodotti localmente. Ormai esistono le colture intensive.
Oggi solamente 9 specie di piante rappresentano il 66% della produzione totale: la drammaticità di questo dato si capisce se si pensa che nel corso della storia ne sono state coltivate per fini alimentari oltre 6000.
La biodiversità è inoltre minacciata dai cambiamenti climatici che riducono sia la qualità che la quantità delle coltivazioni.
Giornata Mondiale dell’Alimentazione: le previsioni e come invertire la rotta
Obesità e altre forme di malnutrizione colpiscono oggi una persona su tre, ma si prevede che entro il 2025 il numero sarà di una persona su due.
I danni ambientali causati dal sistema alimentare potrebbero addirittura aumentare dal 50 al 90% a causa del consumo sempre più crescente di prodotti trasformati nei Paesi a basso e medio reddito.
Invertire la rotta è ancora possibile, se tutte le persone riflettono con più attenzione sulle scelte alimentari quotidiane.
La FAO ha distribuito materiali a governi, istituzioni e scuole per sensibilizzare ciascuno di noi sul tema, per proporre un cambiamento che parta dalle nostre singole scelte: ognuno dovrebbe nutrirsi rispettando la propria salute e quella del Pianeta.
Per farlo è importante limitare il consumo di prodotti altamente trasformati e ad elevato contenuto di zucchero, grassi e sale, riscoprire i prodotti freschi di stagione, cercare di ridurre le emissioni, l’uso dei pesticidi e lo spreco alimentare.
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