Giorgio Caproni, definito il sommo poeta, è stato un poeta, critico letterario e traduttore italiano. Un uomo, amante della sua famiglia e delle più grandi passioni, che lo accompagneranno per il resto della vita. Crea una poetica capace di descrivere il suo animo, con periodi vissuti, di sentimenti forti e talvolta sfuggenti. L’ultima fase della sua poesia (da Il muro della terra in poi) insiste sul tema del linguaggio come strumento insufficiente e ingannevole, inadeguato a rappresentare la realtà.
Giorgio Caproni nasce il 7 gennaio 1912 a Livorno, definito il sommo poeta, è tra i più amati del novecento. Fin dai primi anni della sua vita, si interessa all’arte e alla musica, a soli dieci anni impara a suonare il violino. Di origini modeste, scopre presto la letteratura grazie ai testi di suo padre, per lui sarà l’inizio della scoperta di se stesso. ”La sua poesia, che mescola lingua popolare e lingua colta e si articola in una sintassi strappata e ansiosa, in una musica che è insieme dissonante e squisita, esprime un attaccamento sofferto alla realtà quotidiana e sublima la propria matrice di pena in una suggestiva ‘epica casalinga’. Gli accenti di aspra solitudine delle ultime raccolte approdano a una sorta di religiosità senza fede” Enciclopedia della Letteratura, Garzanti.
Giorgio Caproni: qual è l’avvenimento più significativo?
Il 1922 caratterizzerà un anno importante per Caproni, la nascita della sorellina Marcella, poi con l’avvenimento più significativo nella vita del poeta: il trasferimento a Genova. Il poeta definirà Genova ”la mia vera città”. Terminate le scuole medie s’iscrive all’Istituto musicale ”G. Verdi”, qui studia violino. Il 1922 è l’anno in cui incontra i maggiori poeti dell’epoca, tra cui Montale e Ungaretti. Il saluto di Giorgio alla sua città natale: ”Mentre l’ultima bandiera rossa s’ammainava in fiamme in via del Corallo, o lungo via del Riseccoli e viale Emilio Zola pieno di ghiande e di polvere, in carrozza me ne andai per sempre alla ferrovia. E da quel giorno Livorno non la rividi più, vidi per l’ultima volta dal finestrino i prati rigati dai sentieri fra il trifoglio quasi neri degli Archi e il camposanto dei Lupi, dove erano sotterra i miei nonni”.
Una biblioteca personale
Il sommo poeta possiede una biblioteca personale, nella quale trascorre molto tempo. Sono presenti vocabolari italiani e dizionari francesi fittamente annotati, libri da messa e Vangeli e numerose copie della Divina Commedia. Da sempre, un grande appassionato di Dante. Sono presenti Canti di Giacomo Leopardi e le Odi barbare di Giosuè Carducci. Possiede i classici della moderna poesia francese, da Charles Baudelaire a Paul Verlaine e capolavori del Novecento. Il Canzoniere di Umberto Saba, Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera e altro di Eugenio Montale.
”Res amissa” una raccolta pubblicata dopo la morte
L’indimenticabile poeta Giorgio Caproni si è spento il 22 Gennaio del 1990 nella sua casa romana. L’anno seguente viene pubblicata postuma la raccolta poetica ”Res amissa”. Da quest’ultima è tratta la lirica ”Versicoli quasi ecologici”, sarà oggetto del tema di esame di maturità in Italia, nell’anno 2017. Oggi Caproni è sepolto con la moglie Rina nel cimitero di Loco di Rovegno.
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