Il 13 luglio 1954 moriva Frida Kahlo, la più grande pittrice messicana. La sua morte, però, non ha spazzato via la sua visione di femminilità ben lontana dagli stereotipi. La sua arte vive ancora e si accompagna alla sua libertà.
Cosa fece di Frida una vera femminista
Dai vestiti da uomo nei ritratti di famiglia, in contrasto con la madre e le sorelle che indossavano gonne lunghe, fino alle sopracciglia incolte: Frida ha rifiutato di modificare i suoi tratti maschili, anzi, li ha esposti. Tuttavia, ha sempre abbracciato la sua femminilità, incorniciata dai fiori che le decoravano i capelli, e dai lunghi vestiti colorati. La sua sessualità non è mai stata rinchiusa in gabbie sessiste. Per questo, anche negli anni dell’amore con Riviera, tanto le donne, quanto gli uomini a cui si è accompagnata, non hanno mai definito la sua identità sessuale. Frida si divertiva ad infrangere le regole, sia nella sua arte che nella sua vita. Tutto questo ha fatto di Frida Khalo un’icona, un modello di femminismo che ancora oggi rompe gli schemi e ispira con potenza.
Frida Kahlo ed il femminismo contemporaneo
Con quelle sue caratteristiche peculiari, Frida è diventata un’icona del femminismo. Oltre il marketing che cerca di calmare e comprare l’espansione femminista, la sua influenza scava nel profondo. Il corpo ed i tabù ad esso connessi sono i temi centrali della sua produzione artistica. Ecco perché Frida è il simbolo della riappropriazione di sé, dei dolori di ogni donna, e dell’elevazione di questi elementi ad arte. Frida è resistenza, è vitalità; una maestra di libertà e indipendenza contro gli stereotipi che inchiodavano la donna a pochi ruoli predefiniti, ai codici di comportamento del suo e, persino, del nostro tempo. Così Frida è il simbolo di come si possa accogliere la sofferenza e il dolore e trasformare il tutto in arte, colore, poesia.
