Tutti conosciamo Fortnite, il popolarissimo videogioco di genere sparatutto che, a due anni dalla sua pubblicazione, ha conquistato oltre 250 milioni di giocatori in tutto il mondo.
Fortnite è alienante e crea dipendenza
Ebbene, l’azienda Epic Games, sviluppatore del gioco, potrebbe presto avere dei guai per via dell’accusa di aver volutamente reso il gioco alienante ed aver fatto in modo che causasse dipendenza nei giovani giocatori.

Le accuse provengono dal Canada, dove i genitori di due ragazzini hanno sporto denuncia contro Epic Games, paragonando il popolare gioco addirittura a droghe come la cocaina, a causa dell’effetto che questo avrebbe sui figli.
Degli psicologi avrebbero contribuito allo sviluppo di Fortnite
È emerso che Epic Games si sarebbe servita per anni del lavoro di psicologi che collaborassero allo sviluppo di Fortnite, allo scopo di rendere il gioco il più “avvincente” possibile e far sì che creasse dipendenza. Alcuni bambini di 9 anni sarebbero addirittura finiti in terapia per curare la propria dipendenza da videogiochi.
I genitori che hanno sporto denuncia hanno affermato che non avrebbero mai permesso ai propri figli di giocare a Fortnite, se avessero saputo che il gioco fosse addirittura in grado di rovinare la vita dei loro bambini.

Pare che l’anno scorso un genitore sia perfino giunto all’atto estremo di distruggere l’iPad dei propri figli per impedire che continuassero a giocare.
Epic Games sotto accusa (di nuovo)
Non è la prima volta che Epic Games si trova sotto accusa. In passato, l’azienda è stata accusata di tecniche di gioco predatorie progettate per far spendere ai bambini denaro reale in oggetti di gioco.
Il parere dell’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente inserito la dipendenza da videogiochi tra i disturbi mentali a tutti gli effetti. Più precisamente, nella nuova versione dell’ICD (il manuale diagnostico proposto dall’OMS) il Gaming Disorder figura tra i “disordini dovuti a comportamenti di dipendenza”

Perché il disturbo venga diagnosticato, è necessario che si presentino determinate condizioni, come la perdita del contatto con la realtà, e che l’attività ludica incontrollata si ripercuota, con conseguenze anche gravi, sulla vita lavorativa, sociale e familiare. Inoltre, tale comportamento dovrebbe perdurare per almeno un anno.
Non tutti i membri della comunità scientifica, però, sono d’accordo con questa classificazione.
Un fenomeno pop
Non c’è dubbio che Fortnite, da semplice videogioco, si sia ormai trasformato in un fenomeno pop, che coinvolge giovani e meno giovani. Basi pensare alle competizioni dai montepremi milionari indette dal gioco durante la scorsa estate: veri e propri tornei, che hanno coinvolto giocatori da tutto il mondo, promettendo loro vincite fino a 10 milioni di dollari.
Le responsabilità degli adulti
Tutto ciò è un pericolo per i bambini? Probabilmente sì. Ma, se un ragazzino può facilmente perdere il controllo del proprio tempo, la stessa cosa non dovrebbe accadere ai suoi genitori. A loro (o a figure adulte sostitutive) dovrebbe spettare il compito di gestire la giornata di bambini di nove o dieci anni. E se qualcosa non va, intervenire prima che il bambino sviluppi una vera e propria dipendenza.