Ho 32 anni laureata e specializzata con il massimo dei voti in materie economico-giuridiche. Parlo perfettamente due lingue, oltre l’italiano e partecipo con interesse ai fenomeni culturali del momento. Sono dovuta tornare a vivere in questa provincia a seguito della separazione dei mie genitori. Essendo figlia unica, ho sentito il bisogno di stare vicino a mia madre. Attualmente, la mia preoccupazione principale è legata alla difficoltà di accedere al mondo del lavoro. In verità, mi sono sempre impegnata sia nello studio che nei lavori e nei tirocini formativi che ho svolto in diverse strutture, pubbliche e private, dove ho raggiunto risultati eccellenti.
Questa condizione mi fa sentire inadeguata nei confronti della mia famiglia, che purtroppo è costretta a sostenermi economicamente oltre che moralmente.
Oggi il mio rammarico si accresce, perché mi capita di vedere lavorare persone che possiedono titoli di studio ed anche un bagaglio culturale ed esperienziale inferiore al mio. Allora, mi chiedo come riuscirò a realizzarmi in questa provincia e penso che debba poter andarmene all’estero, come molti giovani che vivono il mio stesso problema. Inizio a dubitare del mio talento, della mia intraprendenza, delle mie capacità. Anche la mia storia sentimentale, di riflesso, inizia a risentire di questo mio malessere.
Cara Francesca, la difficoltà di inserimento nel mondo occupazionale è oggi un problema diffuso in Italia come anche in altri paesi europei.
Posso dirti che in passato anche io ha vissuto le tue stesse difficoltà, con gli stati d’animo che ne derivano. Ero convinta di voler lavorare nella riabilitazione neuropsicologica, dove mi sono onestamente sperimentata. Ma ti assicuro che non era quello il “fuoco sacro” della mia vita, la passione lavorativa che ti porta a qualificarti senza mediazioni e senza freni. Credo possiamo condividere come e quanto sia umana la necessità di volere essere apprezzati, valorizzati, considerati per qualcosa che si è e che si fa bene.
Alla luce di quanto ti ho finora raccontato, penso che tu debba rivedere con la calma e l’umiltà che ti appartengono, le tue possibilità formative. Cosa intendo? Voglio dire che se la tua specializzazione verte sul settore giuridico, che risulta essere un po’ inflazionato, potresti spostare la tua attenzione verso un altro campo di interesse, magari satellite o derivato della tua attrazione principale. Insomma dovresti fare una ricerca sul territorio e scoprire di cosa questa fetta di mondo ha bisogno.
A volte ci vuole coraggio anche a rimanere. E allora, ti invito a rivedere il tuo curriculum e ad aprirti a nuove possibilità, che ci sono, e non soffermarti a pensare a chi occupa posti che non gli competono .
Ti chiedo: “possiamo essere invidiosi degli incompetenti ?” Magari anche loro si sentiranno a disagio, ma noi non lo sappiamo e non spetta a noi giudicare.
Questo per dirti che devi pensare a te stessa. Inizia a rivolgerti ad Associazioni, Enti no profit, ai quali potresti rivolgerti per offrire la tua competenza, inizialmente anche come servizio di volontariato, non importa. Vedrai che, se non rimani chiusa nella tua specializzazione, si apriranno tante strade che potrai percorrere, perché le fondamenta ci sono. Solo le persone dotate di flessibilità, che è sinonimo di intelligenza, possono reinventarsi. Questa, credimi, è la capacità di chi sa stare al mondo e cogliere tutte le possibilità come un dono.
E concludo con il dirti che l’amore dà vigore, quando amiamo e siamo amati riusciamo a fare cose che si avvicinano ai miracoli. Non conosco la tua storia sentimentale, però ti dico che è amore tutto ciò che ci arricchisce, e ci fa brillare proprio come certe stelle.
Te lo dico dal profondo del cuore.
Coraggio!
Sara M.De Angelis