Facebook-Instagram iniziano a rimuovere i post che offrono pillole abortive. Proprio mentre milioni di persone negli Stati Uniti cercano chiarezza sull’accesso all’aborto. La notizia arriva dopo che una decisione della Corte Suprema ha revocato le tutele costituzionali alla procedura.
Facebook-Instagram: cosa sta accadendo ai post che offrono pillole abortive?
Mentre gli USA si preparano all’entrata in vigore di uno dei divieti di aborto più restrittivi nel Paese, Instagram, la sussidiaria di Facebook, ha rimosso l’accesso agli hashtag per le pillole abortive: Mifepristone e Misoprostolo. Dopo che Meme e aggiornamenti di stato in cui spiegavano come le donne potevano ottenere legalmente per posta queste pillole, sono esplosi, attraverso la piattaforma social. Quasi immediatamente poi rimossi dal social. Questo è successo anche su Facebook. Il portavoce di Meta, Andy Stone ha confermato lunedì in un tweet che la società non consentirà alle persone di offrire o vendere prodotti farmaceutici sulla sua piattaforma. Ma consentirà contenuti che condividono informazioni sulle prescrizioni mediche. Tuttavia, queste restrizioni e le brutali cancellazioni di messaggi di natura informativa contraddicono la posizione adottata da Meta. Difatti in reazione alla decisione della Suprema Corte, molte grandi aziende, tra cui proprio Meta, si sono offerte di coprire le spese di viaggio e sanitarie delle proprie dipendenti. Costretti ad abortire in altri Stati. “Nella misura consentita dalla legge“. Precisa l’azienda.
Leggi anche – Louisiana: giudice blocca temporaneamente il divieto di aborto
Posizioni controverse
Anche altri giganti americani come Amazon, Apple, Netflix, Microsoft, Tesla, Uber, Starbucks, Nike, Goldman Sachs, Warner Bros e persino Disney hanno annunciato il loro sostegno finanziario al loro personale. Per coprire le loro cure mediche. Compreso l’aborto. Intanto ora spetta agli Stati legiferare su questo tema. Sulla scia di questo clamoroso annuncio, che sta precipitando il Paese nel caos legale e sanitario, nove Stati hanno vietato l’aborto. Il Mississippi è stato il primo a seguirne l’esempio. Seguito da South Dakota, Arkansas, ‘Oklahoma, Wisconsin, Kentucky, Alabama, Utah e Louisiana. Tuttavia, negli ultimi due stati, i giudici hanno temporaneamente sospeso questo divieto. Tuttavia il procuratore generale Merrick Garland ha dichiarato venerdì che: “Gli stati non possono vietare il Mifepristone – il farmaco per indurre l’aborto – a causa del disaccordo con il giudizio degli esperti della FDA. Sulla sua sicurezza ed efficacia. Ma alcuni repubblicani hanno già cercato di impedire ai loro residenti di ricevere pillole abortive per posta. Alcuni stati, come il West Virginia e il Tennessee, vietano ai professionisti di prescrivere il farmaco attraverso la consultazione di telemedicina.