Al di fuori dell’Italia, che dal 4 maggio inizia la fase 2, negli altri stati europei si respira un clima simile quando parliamo di allentamento delle misure di contenimento, poiché tutti i governi ed enti locali temono che anche una singola riapertura possa essere una mossa avventata, capace di rialzare la curva dei contagi da Covid-19.
Germania: maggiori cautele
Una situazione simile si è verificata in Germania, che fino a pochi giorni fa aveva mantenuto un indice di contagio al di sotto dello 0,7%. Secondo i dati del Robert Koch Institute, il 28 aprile c’è stato un rialzo fino all’1%. Il governo di Berlino non intende abbassare la guardia, per evitare di stressare ulteriormente il sistema sanitario ed inasprire nuovamente le misure di contenimento.
La Lituania primo esempio di riapertura
Parigi punta sul senso civico
La Francia si prepara ad una graduale ripresa, ma alcune misure saranno prese su base regionale, a seconda dell’indice di contagio. Per esempio, i mercati ed i parchi riapriranno dal 11 maggio, salvo diverse disposizioni delle prefetture e degli enti territoriali. Di sicuro, bar e ristoranti rimarranno chiusi fino a fine maggio. Il primo ministro Edouard Philippe ha fatto appello al senso civico di tutti i cittadini, al fine di evitare una seconda ondata. Il premier francese ha ribadito che il campionato di calcio non riprenderà. Per quanto riguarda le scuole: gli asili riapriranno su base volontaria, mentre le scuole medie dal 18 maggio ed i licei alla fine del mese.
Il piano di Sanchez
Anche la Spagna si prepara ad un graduale ritorno alla normalità, infatti come comunicato dal presidente del governo Pedro Sanchez, l’uscita dal lockdown durerà due mesi e sarà “graduale, asimetrica e coordinata”. A cominciare dal 2 maggio si potrà uscire dalle proprie abitazioni anche con i componenti del proprio nucleo familiare per una passeggiata o per attività sportiva. Sanchez punta a tornare ad una “nuova normalità” entro fine giugno. Inoltre dal 4 maggio riprenderanno gli allenamenti Liga.
Ungheria: attacco ai diritti umani
Portogallo: verso la normalità
In Portogallo, invece dal 2 maggio si chiude lo stato di emergenza, in vigore dal 18 marzo. Il premier Antonio Costa è già al lavoro per un piano di riapertura dell’economia nazionale, continuando comunque a monitorare la situazione epidemiologica del paese.