sabato, Aprile 19, 2025

Etiopia: no al cessate il fuoco dell’ONU

A nulla valgono le pressioni dell’ONU, degli USA e dell’Europa. L’Etiopia dice no alle richieste di cessate il fuoco in Tigray. Eppure, si stima che il 90% della popolazione nella regione è ormai al limite della fame. Le organizzazioni umanitarie hanno difficoltà a raggiungere i territori occupati dalle forze eritree ed etiopi, che impediscono l’accesso ai viveri. É emergenza carestia. Ma evidentemente per il governo etiope è più importante vincere il braccio di ferro con il TPLF che occuparsi della vita del popolo etiope. Onestamente, che a capo del governo di questo Paese ci sia un primo ministro che ha ricevuto un Nobel per la pace è un’offesa per tutti coloro che combattono per salvare vite umane.

Perchè l’Etiopia dice no al cessate il fuoco?

Alle richieste fatte da tutta la comunità internazionale, in realtà l’Etiopia non ha risposto verbalmente, ma con sfida ha proprio snobbato le richieste. Come a dire questi sono fatti nostri e ce la sbrighiamo da soli! Nella conferenza stampa del governo, di giovedì, non si è fatto nessun accenno alle richieste. Il governo è certo che stanno per concludere il conflitto portando a casa la vittoria sul TPLF. Il portavoce del governo Billene Seyoum, ha detto nella conferenza stampa: “Le operazioni di controinsurrezione delle forze di difesa nazionali etiopi, sono ora concentrate solo in due aree in cui sono attivi gli agenti fuorilegge e anche questa fase sarà presto finalizzata. Il gruppo fuorilegge sta occasionalmente intraprendendo attacchi al di fuori di queste aree per dare l’impressione di controllo e che la regione sia completamente instabile.”.

Negare l’evidenza

Il portavoce Seyoum ha lanciato un’accusa contro i detrattori dell’Etiopia. Per il governo è l’Etiopia che sta subendo un attacco orchestrato magistralmente in modo condiscendente, belligerante e distruttivo. Quanti spostano l’attenzione sulla sofferenza dei cittadini comuni sono, agli occhi del governo etiope degli ipocriti. Dunque, “il governo respinge categoricamente le accuse di decimazione di un popolo come politica.”. Ovviamente i detrattori sono quanti chiedono il cessate il fuoco per consentire di portare aiuti umanitari ad un popolo sofferente. La visione oggettiva delle cose sfugge a chi fa degli interessi della politica l’unica verità per lui possibile. Il no al cessate il fuoco dell’Etiopia è contro la loro stessa gente.


Tigray ed Etiopia: i perchè del conflitto attuale


La realtà dei fatti in Tigray

Un rapporto del governo del Regno Unito, come ha riportato il Guardian descrive milioni di persone in Tigray “sull’orlo dell’orlo”. “Alle comunità è stato negato l’accesso all’assistenza umanitaria. Le operazioni di soccorso ostacolate, i servizi essenziali distrutti e saccheggiati.”. In Tigray sono stati compiuti crimini di guerra inenarrabili, con intento e sforzi profusi per distruggere i mezzi di sussistenza di un popolo. La speranza è che un tribunale, un giorno, darà la possibilità di raccontare, per condannare chi di dovere.

Il no al cessate il fuoco dell’Etiopia è un’offesa ai diritti umani

L’amministrazione Biden ha intrapreso delle misure contro l’Etiopia che confermano la sua posizione nella faccenda del Tigray. Intanto, si sono disposte delle restrizioni contro gli alti funzionari etiopi che viaggiano verso gli USA. Le altre misure previste includeranno la riduzione dell’assistenza sulla sicurezza fornita dagli USA al paese africano. Si è palesata la possibilità di un blocco della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale per l’Etiopia. Gli osservatori internazionali temono che un conflitto prolungato nel Tigray possa destabilizzare il Paese. É unanime, da parte di tutti i funzionari umanitari, l’accusa di abusi della peggior specie sul popolo del Tigray da parte dei soldati eritrei, complici degli etiopi. Anche se il governo vuole mettere la testa sotto la sabbia e negare cosa succede in Tigray, ci troviamo di fronte ad una violazione dei diritti umani di proporzioni enormi.

Cate Madapple
Cate Madapple
"Scientia potentia est: sapere è potere" è questo il mantra del giornalista che ad ogni nuovo giorno sa di sapere un po' di più.

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