Gli Stati Uniti mettono TikTok alle strette. Si teme che il popolare social network cinese possa rappresentare una minaccia tecnologica per l’esercito Usa, e per questo motivo è stato varato il divieto di utilizzo per tutti i militari. I vertici dei marines hanno introdotto un cambio di protocollo, introducendo l’obbligo di disinstallare la piattaforma da tutti i dispositivi messi a disposizione dal governo americano.
TikTok vietato all’esercito Usa: c’è il rischio che i dati vengano gestiti dal governo cinese
Il sospetto è che la presenza dell’applicazione possa incentivare attività di spionaggio, ricorrendo soprattutto all’ampia profilazione che effettua su tutti gli iscritti. Il divieto introdotto tra le fila dell’esercito Usa segue di poco tempo quello identico varato dalla marina militare statunitense. In questo caso il provvedimento era stato preso in seguito all’intervento di due senatori che avevano scritto una lettera al direttore dell’Intelligence, nella quale avevano affermato che il portale costituiva una “potenziale minaccia” per la sicurezza nazionale. Il fenomeno TikTok è esploso nel giro di pochi anni: lanciato nel 2017 dalla ByteDance, azienda con sede a Pechino, in poco tempo è riuscito a conquistare diversi giovani in tutto il mondo, diventando nel 2018 l’applicazione più scaricata negli Stati Uniti. Dunque, proprio in seguito alla sua capillare diffusione, il governo americano teme che si possa arrivare ad un abuso di tutte le informazioni dei singoli utenti, arrivando a controllare i profili dei militari. Ricordiamo, infatti, che nel regolamento della piattaforma viene chiaramente specificato che vengono raccolti diversi dati personali degli iscritti, ma anche i nomi degli altri social network che utilizzano, oppure informazioni sulla geolocalizzazione.
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Washington mette nel mirino TikTok
Il veto di Washington si è abbattuto su TikTok, nonostante la sua raccolta d’informazioni rientri in quelle previste anche da altre piattaforme. In realtà, gli Stati Uniti sospettano che i dati possano finire nelle mani del governo cinese che, in tal modo, potrebbe essere agevolato in attività di spionaggio. La società ByteDance già nel mese di ottobre aveva provato a fare chiarezza su questo punto, sottolineando che i dati sarebbero stati archiviati tra Usa e Singapore, dunque non sarebbero mai finiti sotto il controllo delle normative cinesi. Invece, per quanto concerne i cittadini europei, le linee guida sono meno chiare, poiché si evidenzia che le informazioni acquisite vengono custodite “al di fuori dell’Area Economica Europea”, ma manca qualsiasi indicazione sul Paese in cui si trovano i server. Il governo cinese, dal canto suo, in questi ultimi mesi è finito nel mirino perché accusato di aver effettuato delle pressioni su TikTok e altri social network affinché non dessero importanza ai manifestanti di Hong Kong e in particolar modo alla minoranza Uiguri. Qualora questi sospetti fossero confermati, si tratterebbe di una pericolosa ingerenza del potere politico sulle applicazioni più popolari al mondo per veicolare e manipolare le informazioni. Come riporta il quotidiano La Stampa, già ad ottobre Paul M. Nakasone, dirigente della National Security Agency americana, aveva detto che la Cina ormai ha trasformato la tecnologia in una sorta di arma, sfruttando quella di ultima generazione per effettuare un controllo “sempre più autoritario” sulla popolazione.