L’Iniziativa dei Cittadini Europei ha realizzato la petizione “End the Cage Age” (Fine dell’era delle gabbie) con lo scopo di eliminare definitivamente l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti di animali ad uso alimentare.
Hanno aderito più di 100 associazioni in 24 paesi. In Italia è stata promossa da 19 associazioni: Amici della Terra Italia, Animal Aid, Animal Equality, Animal Law, Animalisti Italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Il fatto alimentare, LAC – Lega per l’abolizione della caccia, LAV, Legambiente, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, LEIDAA, Jane Goodall Institute Italia, OIPA, Partito Animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus.
La vita degli animali in gabbia
In Europa sono 300 milioni gli animali reclusi all’interno di gabbie negli allevamenti intensivi: il 62% delle galline, il 97% dei conigli e il 94% delle scrofe, ma anche polli da carne riproduttori, oche, anatre e vitelli.
A questi animali viene imposta una vita del tutto diversa da come sarebbe in natura, che li porta a sviluppare stati mentali e fisici di malessere.
Galline ovaiole
In Italia l’80% delle galline ovaiole viene allevato in gabbia (o in batteria), con uno spazio a disposizione per singolo animale di 750 cm² (poco più di un foglio A4). La vita e la permanenza di questi animali all’interno delle gabbie è di circa 12-14 mesi. Durante questo periodo le galline sono costrette a vivere in condizioni limitate sia dal punto di vista fisico, che comportamentale. Infatti le condizioni di sovraffollamento favoriscono l’insorgenza di aggressività, stress e frustrazione, che si manifestano con la perdita di piume, cannibalismo e mutilazioni.
Lo stress è causato anche dalla mancata possibilità di svolgere comportamenti naturali, quali il volo, la distensione delle ali e razzolare. Anche le condizioni igieniche non sono buone, di conseguenza si crea un ambiente favorevole allo sviluppo di ectoparassiti (acari) ed endoparassiti (vermi). Questi si nutrono degli animali stessi causando anemia e debolezza.
Conigli
Il sistema di allevamento dei conigli in gabbia è simile a quello delle galline ovaiole. Le gabbie hanno dimensioni di 20 x 25 cm con altezza di 30 cm, contengono 1 o 2 animali e di solito sono sovrapposte una sopra l’altra.
In questo modo il coniglio vive condizioni di disagio, perché non può esprimere il suo repertorio comportamentale. Infatti il coniglio è un animale crepuscolare abituato a svolgere le sue attività nelle ore notturne e nascondersi in cunicoli durante il giorno. In allevamento non ha la possibilità di nascondersi ed è sottoposto a luce artificiale per molte ore al giorno. Inoltre l’ambiente in cui vive è particolarmente ristretto e privo di stimoli. Questo non permette all’animale di effettuare alcuni passi consecutivi, di alzarsi sulle zampe posteriori con le orecchie erette, di scavare ed annusare (comportamenti che svolge in natura).
In queste condizioni il coniglio può sviluppare alcuni comportamenti maladattativi, dal mordere la gabbia fino al cannibalismo della nidiata.
Quaglie
L’Italia è il terzo produttore mondiale di quaglie e molte di loro vengono ancora allevate in gabbia. La quaglia viene utilizzata a scopo alimentare sia per la carne, sia per le uova. Anche questi animali vengono allevati in gabbie molto piccole in cui non hanno neanche la possibilità di muoversi. Per fare un esempio una quaglia per la produzione di uova viene allevata in uno spazio grande come una custodia di un CD, mentre la quaglia da carne occupa uno spazio pari ad un sottobicchiere della birra.
Vitelli
I vitelli vengono allevati in box singoli nelle prime 8 settimane di vita. L’animale non ha possibilità di movimento, né di avere contatti sociali. In condizioni di isolamento e alimentato con il solo latte, il vitello può sviluppare dei comportamenti maladattativi come il tongue-rolling (la lingua viene arrotolata e srotolata ripetutamente all’interno della bocca).
Scrofe
Le scrofe sono allevate in gabbie di gestazione per le prime 4 settimane dopo la fecondazione. Mentre dalla settimana prima del parto fino allo svezzamento dei lattonzoli, la scrofa viene circoscritta nelle gabbie di allattamento.
In entrambe le gabbie la scrofa non ha possibilità di movimento, può solamente alzarsi o sdraiarsi. Gli animali in queste condizioni sviluppano inappetenza, forte apatia e irrequietezza dovuta alla negazione della costruzione del nido per i figli.
Gli obiettivi della petizione
Nell’arco di un anno, la coalizione dovrà raccogliere un milione di firme affinché la Commissione Europea si pronunci su questo argomento.
Peraltro gli animali sono stati riconosciuti come essere senzienti in tutta Europa (Trattato di Lisbona, 2009), purtroppo però le condizioni di vita negli allevamenti sono ancora pessime.
PER FIRMARE LA PETIZIONE: https://eci.endthecageage.eu/