domenica, Aprile 20, 2025

Emoscambio: il mistero dietro a una vecchia scritta

Emoscambio. Ai più giovani, forse, questa parola non dice nulla. Eppure, fino a qualche decennio fa, la scritta Emoscambio era un vero e proprio tormentone. Campeggiava sui muri che costeggiano le autostrade, in particolare del Nord Italia. Rigorosamente tracciata con la lettera greca sigma maiuscola al posto della E, era impossibile non notarla. Almeno la prima volta. Dopo un po’, vederla diventava un’abitudine, tanto che il passante smetteva di interrogarsi in merito. Ma, per il viaggiatore che si imbattesse per la prima volta nella misteriosa scritta, era naturale porsi la fatidica domanda.

Cos’è l’Emoscambio?

Talvolta, accanto alla scritta Emoscambio compariva un numero telefonico con prefisso di Milano. Il curioso che avesse provato a telefonare, avrebbe sentito dall’altro lato della cornetta una voce preregistrata dargli il benvenuto nel fantomatico Istituto Italiano di Fisiologia. La voce invitava poi il sempre più stupito interlocutore a inviare una quota di 10.000 lire a una casella postale presso l’aeroporto di Linate, insieme al proprio indirizzo, in modo da ricevere alcuni depliant informativi da parte dell’Istituto.

L’Istituto, per l’appunto, praticava, o così sosteneva, l’emoscambio. Una presunta pratica medica che prometteva di preservare chiunque vi si sottoponesse in un perfetto stato di salute, ma non solo: secondo il suo ideatore, l’emoscambio sarebbe stato in grado di sconfiggere qualsiasi malattia, conservare la giovinezza e perfino di garantire l’immortalità. La pratica consisteva nello scambio periodico di una piccola quantità di sangue tra individui non consanguinei con lo stesso gruppo sanguigno, rigorosamente di sesso opposto e con struttura fisica simile. Un’idea piuttosto inquietante, specialmente se si considera che in quegli anni (parliamo del periodo intercorso tra gli anni Settanta e i Novanta) lo spettro dell’AIDS era più vivo che mai.

Elisir di giovinezza

Questo scambio di sangue (emoscambio, appunto) avrebbe rafforzato il sistema immunitario e ringiovanito il fisico. Il sangue maschile, infatti, contiene alcune sostanze che mancano a quello femminile, e viceversa, pertanto l’emoscambio è l’unico modo per ottenere tutte le componenti necessarie per conservarci giovani e sani. Persino immortali.

O almeno, questa era l’idea del fondatore dell’Istituto Italiano di Fisiologia. Di lui conosciamo il nome: Vito Cosmai. Dalla sua tomba, situata in un cimitero di Milano, possiamo conoscere la sua data di nascita, il 20 dicembre 1938, e quella della morte, avvenuta il 2 febbraio 1999. Queste sono le uniche informazioni certe in nostro possesso. Il resto è avvolto nella nebbia.

Il misterioso Vito Cosmai

Oltre al nome e a queste due fatidiche date, della figura di Vito Cosmai sappiamo ben poco. Possiamo ragionevolmente desumere che fosse un personaggio eccentrico. In gioventù aveva lavorato per qualche tempo in un’industria tessile di proprietà del padre, o così afferma un trafiletto sul Corriere della Sera risalente al 1975. Fu una delle rare occasioni in cui la stampa si interessò a Cosmai e ai suoi bizzarri studi. Eppure, Cosmai non faceva nulla per evitare di attirare l’attenzione: oltre alle scritte sui muri e ai volantini, teneva incontri settimanali presso il suo appartamento in provincia di Milano, dove arringava i presenti sul credo dell’Istituto Italiano di Fisiologia. In un’occasione, giunse addirittura a scrivere ad alcuni parlamentari dell’epoca, per informarsi su quale fosse il loro gruppo sanguigno.

L’idea di sconfiggere la morte gli era venuta in seguito ad un brutto episodio vissuto da ragazzo, quando aveva rischiato di morire a causa di un’ulcera. Così, si era convinto che nessuno dovesse più morire, e aveva cominciato a studiare un modo per renderlo possibile. Per farlo, si basò sulle idee del biologo e filosofo russo Bogdanov, che vedeva nelle frequenti trasfusioni di sangue l’elisir di giovinezza che Cosmai aspirava a scoprire.

Scritti perduti

Questo è pressoché tutto ciò che sappiamo della vita di Cosmai. Nei suoi anni più prolifici, scrisse e diede alle stampe ben tre libri, uno dei quali recante l’autocelebrativo titolo di “Il Vangelo secondo Vito Cosmai”. Queste opere ci avrebbero sicuramente fornito informazioni preziose su Cosmai e sull’Emoscambio, ma sono andate perdute, forse in possesso di pochi fortunatissimi collezionisti. Ammesso che siano mai realmente esistite.

Degli scritti di Vito Cosmai risalenti a quell’epoca rimane oggi un’unica testimonianza: un volantino dell’Istituto Italiano di Fisiologia, un vero e proprio cimelio che però, lungi dal dare risposte, suscita nuove domande sul mistero di Vito Cosmai e dell’Emoscambio.

La tecnologia dell’amplesso fisiologico

In questo vecchio volantino si parla ampiamente di un altro degli argomenti che stava a cuore a Vito Cosmai. Forse perché ben più pruriginoso rispetto alle trasfusioni di sangue, questo aspetto della “setta” dell’Emoscambio è, ad oggi, quello rimasto impressio nella memoria dei più. Si tratta della Tecnologia dell’amplesso fisiologico (abbreviato in T.A.F.). Secondo Cosmai, infatti, esiste un’ unica posizione “naturale” per consumare un rapporto sessuale, vale a dire quella in cui la donna volge le spalle al partner. Non solo: la tradizionale posizione del “missionario”, considerata contronatura, sarebbe la causa di numerose malattie e dell’invecchiamento precoce degli individui. Questo punto era fondamentale per Cosmai, tanto che egli prometteva ai suoi adepti di conferire loro un titolo di Professore in T.A.F., a patto di superare una singolare prova. L’ “esame” consisteva nel consumare un rapporto sessuale nella “posizione fisiologica”, mantenendosi in equilibrio su delle corde poste in bilico sopra una montagna di letame. Chi fosse riuscito a portare a termine il rapporto senza scivolare rovinosamente nel letame, sarebbe stato proclamato Professore nella tecnica.

Un ragionevole dubbio

Una richiesta, questa, del tutto assurda. Così com’è, se non assurda, quanto meno insolita, la réclame posta sull’ultima pagina del volantino, che pubblicizza niente meno che una cintura di castità per le donne. Secondo l’annuncio, si tratterebbe di uno strumento indispensabile per difendersi da eventuali aggressioni. Ma anche di un bellissimo oggetto da collezione dal sapore medievale, da esporre in casa quando non indossato.

Queste ed altre stranezze suscitano inevitabilmente un ragionevole dubbio: Vito Cosmai era davvero convinto di ciò che diceva? O era piuttosto un troll ante litteram, che si divertiva nel vedere come la gente prendesse sul serio le sue deliranti teorie? Se fosse davvero così, il suo scherzo gli costò chiaro: non solo Cosmai ebbe qualche guaio con la legge, che lo accusò di Vilipendio alla Religione, ma venne bollato come folle ed emarginato nel paese in cui viveva. Talvolta, pare, si trovò suo malgrado a divenire bersaglio degli scherzi crudeli dei ragazzini. Ma non per questo abbandonò i suoi studi, o presunti tali.

Il gruppo dell’emoscambio

Non sappiamo se Cosmai abbia mai messo in pratica le sue teorie sullo scambio del sangue. Nei suoi manifesti, affermava di essere continuamente in cerca di “cavie umane”, ma è improbabile che qualcuno si sia mai realmente offerto.

D’altra parte, però, è altamente improbabile che Vito Cosmai fosse del tutto solo nel suo progetto. Qualcuno deve pur averlo autato a tappezzare l’Italia di scritte. E sappiamo con certezza che qualcuno partecipava alle riunioni settimanali dell’Istituto Italiano di Fisiologia. Quel che non ci è dato sapere è quanto fosse vasta e organizzata questa “comunità segreta” a sostegno dell’emoscambio. Sicuramente abbastanza perché, anche dopo la morte di Vito Cosmai, i manifesti e le idee dell’Istituto Italiano di Fisiologia continuassero a circolare per qualche tempo. Ma ormai Cosmai era morto, e con lui il suo sogno di vita eterna.

Il sito internet di Emoscambio

Prima di morire, alla fine degli anni Novanta, Vito Cosmai lasciò però l’ultima testimonianza delle sue idee giunta fino a noi. Si tratta del sito internet dell’Istituto Italiano di Fisiologia, di cui oggi esiste una versione d’Archivio consultabile con una breve ricerca. Sei pagine contenenti profezie dal tono apocalittico, citazioni ad opera dello stesso Vito Cosmai nonché l’immancabile annuncio “Cavie umane cercasi”. Consultarlo è come compiere un breve ma suggestivo viaggio nel passato. Tuttavia, si tratta solo di una finestra socchiusa sul mistero di Emoscambio, una strana storia italiana a limite tra il comico e l’inquietante.

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