L’industria automobilistica globale è in difficoltà per la carenza di microchip e semiconduttori. Una problematica, questa, che a causato rallentamenti nelle forniture e, di conseguenza, anche nella produzione. Nemmeno Tesla è stata risparmiata dalla crisi. Elon Musk, amministratore delegato dell’azienda statunitense, ha ammesso che anche la sua società è in affanno per i danni economici causati da un’attività produttiva sempre più ardua.
Elon Musk e “le fornaci che bruciano soldi”
Elon Musk, parlando delle Gigafactory Tesla di Austin e Berlino, ha usato un’immagine forte ma significativa per descrivere cosa sta accadendo: “I nostri impianti stanno perdendo miliardi di dollari, diventando così gigantesche fornaci che bruciano soldi. Dovrebbe esserci un suono ruggente, quello dei soldi che bruciano”. Il CEO del brand di Palo Alto ha aggiunto che le sospensioni e i rallentamenti alla catena produttiva e le difficoltà nella costruzione delle batterie stanno creando non pochi problemi a Tesla anche Shanghai. In Cina, infatti, si stenta a tornare alla normalità anche in seguito al lockdown introdotto dal governo per contrastare l’epidemia di coronavirus.
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“Gli ultimi due anni sono stati un incubo”
Il dirigente sudafricano non ha nascosto la sua preoccupazione quando ha detto: “Austin e Berlino stanno perdendo miliardi di dollari perché ci sono molte spese e poca produzione. Renderli funzionali e far tornare Shanghai alla piena operatività sono le nostre maggiori preoccupazioni”. Subito dopo Elon Musk ha parlato delle cause di questa crisi: “Gli ultimi due anni sono stati un incubo per le distruzioni alle catene di produzione e non siamo ancora fuori dai guai”.
Tesla: prosegue il piano di assunzioni a Berlino
Tesla sta provando comunque a reagire. Infatti a Berlino sta andando ancora avanti il piano di assuzioni. L’obiettivo è quello di dare lavoro a circa 12mila persone presso la Gigafactory di Grunheide quando la produzione di auto elettriche e di batterie sarà tornata su livelli altamente competitivi. Un progetto, questo, che sembra difficile da portare a termine, soprattutto per quanto denunciato dal sindacato IG Metall. Quest’ultimo, infatti, ha sottolineato che la società del CEO Elon Musk sta offrendo ai candidati degli stipendi “inadeguati e diseguali”.