Renata Fabbri arte contemporanea annuncia “In the Off Hours“, la prima personale in Italia di Elif Erkan. L’artista nato a Ankara in Turchia nel 1985 propone una serie di opere scultoree inedite, accompagnate da una proiezione video. I lavori richiamano l’attenzione ai temi della sostenibilità ecologica e ambientale. L’opening è domani 22 febbraio dalle 16 alle 21.
Navi da crociera ripartono da Venezia: una storia infinita
Come crea Elif Erkan?
L’artista indaga le connotazioni emotive interne alle strutture socio-economiche, politiche e culturali della contemporaneità. La sua produzione si contraddistingue per l’uso di materiali scultorei tradizionali combinati a elementi e iconografie del consumismo odierno. Mediante gesti seriali, accumulazione e rimozione, Erkan interviene in modo spontaneo sulla materia di cui si serve, generando così oggetti misteriosi ed accidentali. Gli oggetti, accomunati da una delicata organicità, conservano l’impronta dell’azione trasformativa. Il talento ne ha definito la sembianza, rivelando, dunque dietro un’illusoria solidità plastica, l’essenza transitoria e vulnerabile.
L’artista
Elif Erkan vive e lavora a Vienna. Ha conseguito il Master in Belle Arti presso l’Otis College of Art and Design di Los Angeles nel 2016. Anche laureato alla Städelschule di Francoforte sul Meno, Germania nel 2013. Tra le mostre personali recenti ci sono: “Where you they form, The Pill” allestita a Istanbul nel 2020 e “What is that possesses me” al Weiss Berlin nel 2018. Ha poi presentato “Ex Oriente Lux” al Park View di Los Angeles nel 2016 e “Standards for living” a Maison des Arts a Bruxelles nel 2015. A Francoforte nel 2015 ha messo in mostra “Konzentration der Kräfte“. Tra le sovvenzioni ricevute: Hessiche Kulturstiftung (2020); Paris Studio Residency (2016); Villa Aurora Berlin Fellow (2015). Ha partecipato a diverse residenze: La cité internationale des arts (Parigi, 2020/2021), Eau et Gaz, Appiano sulla strada del vino (2018) e WIELS Residency Program (Bruxelles, 2014).
I lavori di Elif Erkan in mostra
Erkan presenta una produzione di nuovi lavori legati a una sua esperienza personale su una nave da crociera. Sono opere che interrogano la presunta sostenibilità ambientale delle compagnie di navigazione turistiche, decantata come primaria responsabilità aziendale. Alle pareti della galleria c’è una serie di sculture realizzate con plastilina biodegradabile che allude, a livello cromatico, alla natura pericolosa e vitale del mare. Le creazioni sono ricavate dal calco di imballaggi o utilizzando frammenti di manifesti pubblicitari presenti sulle navi. L’artista mostra oggetti che dovrebbero destare la sensibilità ecologica dei passeggeri e dei dipendenti. Gli ambigui artefatti palesano infatti l’ipocrisia di un sistema mascherato da allettanti promesse, volto al profitto economico.
Gli scarti globali
In dialogo con le opere a parete, è in esposizione un gruppo di sculture dalla forma stalagmitica, disseminate sulla pavimentazione. Sono composte di un amalgama di argilla, gesso e cemento, sembrano trasportarci nell’abisso del mare, nei recessi del pianeta terra. Sono infatti il flusso incessante, silente e opulento, degli scarti globali. Collegate fra loro da lunghe catene, i lavori simulano i momenti di attesa in coda che i turisti trascorrono prima di salire a bordo. Le creazioni sono accompagnate da una proiezione video caratterizzata da una dimensione intima e partecipativa. Guidano così l’osservatore, invitandolo a meditare sul valore di un tempo che possa indurlo nella formulazione di un pensiero critico sul mondo. La mostra è quindi visitabile alla galleria milanese dal 22 febbraio al 3 aprile.