Nelle elezioni regionali in Francia flop per Marine Le Pen ed Emmanuel Macron. Hanno invece ottenuto molti consensi la destra neogollista e l’unione di gauche ed ecologisti. A meno di un anno dalle presidenziali, l’esito delle regionali è vero e proprio colpo per Marine Le Pen, che non ha conquistato neanche una regione. Queste elezioni hanno segnato il ritorno dei partiti tradizionali. Inoltre, si può dire che vi è stato un unico vincitore: l’astensionismo.
Elezioni regionali Francia: cos’è successo?
Ai ballottaggi delle elezioni regionali francesi l’estrema destra è andata peggio del previsto, non ha vinto in nessuna regione. Nelle dodici regioni in cui si è votato sono stati confermati tutti i governatori uscenti di centrodestra e centrosinistra. Il grande sconfitto è quindi il partito di estrema destra Rassemblement National guidato da Marine Le Pen. L’altro grande sconfitto è En Marche, il partito del presidente in carica Emmanuel Macron, i cui candidati che sosteneva hanno ottenuto meno del 10%a livello nazionale. Come ha evidenziato Le Monde, le elezioni regionali rappresentano una vittoria del vecchio mondo. Il giornale francese ha sottolineato che le vittorie dei partiti istituzionali, che negli ultimi anni erano rimasti ai margini della politica, rappresentano un fallimento per i nuovi partiti nazionalisti. Inoltre queste elezioni potrebbero stravolgere completamente le presidenziali del 2022, dove Le Pen era data per favorita.
Boom per i neogollisti ed ecologisti
Queste elezioni hanno segnato il grande ritorno della destra neogollista. Il partito Républicans e alleati sono ora la prima forza politica del Paese, con il 38% delle preferenze. I neogollisti, guidati da Xavier Bertrand, sono pronti per la sfida alle presidenziali del 2022. Nelle regionali sono andati molto bene anche l’unione delle gauche e degli ecologisti, con il 34,5% delle preferenze.
Elezioni regionali Francia: vince l’astensionismo
In queste elezioni vi è un unico grande vincitore: l’astensionismo. Secondo i dati, infatti, il 66% della popolazione non si è recata alle urne, segnando un record negativo dalla creazione della Quinta Repubblica nel 1958. Nelle elezioni del 2015 aveva votato al primo turno il 41,59% degli aventi diritto, mentre al secondo turno il 50,09%.