giovedì, Aprile 17, 2025

Elezioni in Germania: la gara a tre è partita

A poco più di un mese dalle elezioni federali in Germania, nei sondaggi i socialdemocratici tedeschi di centro sinistra hanno superato i verdi e stanno colmando il divario con i conservatori della cancelliera uscente Angela Merkel.

Le forze in gioco nelle elezioni in Germania

Le elezioni federali, in Germania, si terranno domenica 26 settembre. I principali candidati a sostituire Angela Merkel alla cancelleria sono:

  1. Armin Laschet, dello stesso partito della Merkel, l’Unione cristiana democratica (CDU);
  2. Olaf Scholz, vice cancelliere e ministro delle finanze dell’attuale governo Merkel, appartenente al Partito Socialdemocratico della Germania (SPD);
  3. Annalena Baerbock, co-leader del partito dei verdi (GRÜNE).

I sondaggi ribaltati

Nei più recenti sondaggi riguardanti le elezioni in Germania vi è stato un capovolgimento dei papabili vincitori. L’Unione conservatrice tra CDU e CSU ha perso il 5 per cento di possibili voti rispetto due mesi fa. Infatti, a metà giugno, la coalizione CDU e CSU (Unione cristiano sociale di Baviera) aveva raggiunto 29,2 per cento nei sondaggi nazionali riportati da Europe Elect. Mentre la SPD e i verdi si collocavano rispettivamente al 15,7% e al 18,9%. Negli ultimi sondaggi, dell’11 agosto, la coalizione dell’CDU e CSU ha perso addirittura 5 punti percentuali calando al 24,4%. Di contralto la SPD è arrivata al 19.1%. Affiancandosi ai verdi a livello probabili voti. Questi, infatti, conservano il 19% nei sondaggi tedeschi.


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Il sondaggio più recente

Il più recente sondaggio, riportato da Reuters, è quello dell’istituto di ricerca Forsa, del 18 agosto, nel quale la SPD avrebbe guadagnato ulteriori due punti percentuali giungendo al 21 per cento. Mai così vicino alla coalizione CDU-CSU da marzo 2017. L’unione, infatti, si attesta intorno al 23 per cento. Mentre i verdi rimangono stabili al 19 per cento.

Nuovi scenari e nuove alleanze nelle elezioni in Germania

Il nuovo scenario permetterebbe una differente coalizione a guida del governo rispetto a quella pianificata solo due mesi fa. Non più l’alleanza Verdi e Conservatori, bensì quella altrettanto possibile tra SPD e Verdi. Le due forze unite, insieme ad un terzo partito, avrebbero la maggioranza parlamentare e darebbero una scossa alla Germania conservatrice che ha dominato la scena tedesca dal 2004. Infatti, a causa della frammentazione dei voti esistente, anche verso partiti minori, i più grandi partiti tedeschi avrebbero bisogno di una coalizione governativa per raggiungere una forte maggioranza parlamentare.

Il merito di Olaf Scholz

Scholz, uomo forte del partito SPD, è attualmente sia vice cancelliere che ministro delle finanze del governo Merkel. Il candidato social democratico ha aperto la sua campagna elettorale solo pochi giorni fa e sta puntando alla pancia del paese: i lavoratori. Nel suo primo comizio elettorale, il 14 agosto, ha dichiarato che: “molti cittadini lavorano sodo ma guadagnano troppo poco, voglio portare il salario minimo a 12 euro l’ora”. Inoltre, Scholz vuole puntare su un’ambiziosa politica climatica di riduzione delle emissioni di carbone entro il 2038.

SPD: l’unico a crescere nei sondaggi

Il centro-sinistra SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands o Partito Socialdemocratico della Germania) è cresciuto dal movimento operaio del XIX secolo quando originariamente era un partito marxista. Da sempre rappresenta le classi lavoratrici, e non sorprende che gran parte del suo sostegno provenga dalle grandi città, principalmente protestanti, della Germania settentrionale e dalle città industriali della Ruhr. Negli ultimi anni, ha fatto grandi sforzi per attrarre intorno a sé le classi medie. Il credo del partito è, appunto, la socialdemocrazia. La SPD vuole puntare su un’economia sociale di mercato rafforzata, sullo stato sociale, sui diritti civili e sull’integrazione europea. Fino all’ultimo decennio era il più grande partito della Repubblica Federale. Ma ha perso molti elettori quando il cancelliere della SPD, Gerhard Schröder, ha fatto tagli al welfare nei primi anni 2000. Questi elettori sono poi confluiti nel Partito della Sinistra (Linke) e nei Verdi. Tuttavia, la SPD fa parte della Grande Coalizione con la CDU e la CSU dal 2013.


Il post Merkel si chiama: Armin Laschet


La gaff di Laschet

In campagna elettorale, ogni sorriso conta, soprattutto quelli che Lashet si è lasciato scappare durante la visita a una città del Nord Reno Wesfalia colpita dalle inondazioni e per questo si è dovuto scusare. L’episodio ha suscitato lo sdegno e le critiche dei tedeschi contro il candidato conservatore. E la conseguente perdita di voti per la CDU di cui Laschet è divenuto presidente il 16 gennaio di quest’anno. Ma apparte questa gaff, Laschet sarebbe il candidato moderato dei conservatori perché rappresenta la base tradizionalista della CDU. Anche se non ha stessa leadership di Angela Merkel o delle stesso Scholz. La sfida di gennaio per la presidenza dell’Unione dei conservatori, vinta col 53 per cento dei voti, ha chiaramente dimostrato le contro correnti interne alla stessa unione. Il partito appare frazionato e insolitamente attratto dalle seduzioni dell’estrema destra nazionalista di Alternative für Deutschland.

Gli ideali della CDU

La CDU è stata fondata dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il partito crede nei valori sociali conservatori e in un’economia sociale di mercato. Ossia il libero mercato a garanzia dell’equità sociale. Inoltre, il partito crede fortemente nell’integrazione europea e nell’adesione alla NATO. Il suo sostegno proviene tradizionalmente dalle aree principalmente cattoliche nel sud-ovest e nelle regioni occidentali del paese. Ma, in questi anni, l’attuale cancelliera è stata l’esempio dell’apertura della CDU stessa. Infatti, la leader Angela Merkel è una protestante cresciuta nell’ex Germania dell’Est. Inoltre, il partito con la Merkel ha implementato numerose scelte progressiste. Come i matrimoni tra persone dello stesso sesso, l’uscita dal nucleare, l’abbandono della leva obbligatoria e l’avvio della svolta energetica. Inoltre, qualche anno fa, quando il settimanale Time ha dipinto Angela Merkel come la donna più potente del mondo ne ha dipinto anche le linee guida del suo partito. Al centro dell’Unione Europea, mai statico ed aperto alle istanze sociali.


Annalena Baerbock: la candidata dei Verdi per succedere alla Merkel


L’ago verde della bilancia nelle elezioni in Germania

Sia se a vincere le elezioni sarà la SPD o l’Unione CDU-CSU, il partito dei verdi avrà una notevole importanza nel costituire la nuova maggioranza parlamentare. Nonostante il calo nei sondaggi, il partito gioco un ruolo di primo piano nella Germania di oggi. L’Alleanza ’90/Partito Verde (Bündnis 90/Die Grünen) si è formata nel 1993 con la fusione del Partito Verde ecologista e dell’Alleanza ’90 della Germania orientale. Robert Habeck e Annalena Baerbock sono i leader del partito. In origine, l’ambiente e il pacifismo erano temi fondamentali. Ma, quando il partito verde è entrato nel governo federale in coalizione con l’SDP, nel 1998, ha abbandonato il principio pacifista. Difatti, il partito ha sostenuto il bombardamento NATO del 1999 sul Kosovo, e l’attacco guidato dagli Stati Uniti in Afghanistan. Ciò che non ha abbandonato, invece, sono le linee guida sull’ambiente. Infatti, l’energia alternativa, lo sviluppo sostenibile e una politica dei trasporti verde sono in cima all’agenda del partito. Il sostegno sembra provenire principalmente dagli abitanti delle città a più alto reddito.

Gli errori di Annalena

Come per Laschet, gli errori in campagna elettorale si pagano in termini di perdita di fiducia nei sondaggi. Annalena Baerbock, la candidata cancelliera del partito dei verdi, paga il prezzo della sua mancanza di trasparenza. In particolare, per delle imprecisioni ed abbellimenti nel curriculum della giovane candidata. Questa, infatti, si era definita membro del German Marshall Fund quando invece ne è stata solo una borsista. Seppur essersi scusata è stata comunque bersagliata dalle critiche dei media tradizionali e degli avversari politici. A beneficiare degli auto-sabotaggi dei due candidati è stato proprio Scholz, il cui partito, per ora, è l’unico a crescere nei sondaggi per le elezioni federali tedesche di settembre.

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