Le elezioni in Gran Bretagna dello scorso 12 Dicembre hanno sancito l’ingresso di un numero da record per la storia del parlamento inglese. 220 parlamentari donne sono state elette in tutto il Paese, 12 in più rispetto alle ultime elezioni del 2017.
Si tratta di un risultato positivo poiché, prima delle elezioni, diverse parlamentari donna si sono dimesse, citando l’abuso come motivazione principale per il loro ritiro dalla politica.
L’obiettivo di raggiungere la parità di genere nella Camera è tuttavia ancora molto complicato, poiché le donne occuperanno quasi il 34% dei seggi.
Sono due i partiti che contano la maggioranza delle parlamentari donne tra i loro rappresentanti: il partito laburista, con 104 donne e 98 uomini, e i liberaldemocratici, dove le donne superano gli uomini. Nel Partito conservatore al potere, le donne rappresentano il 24% dei deputati eletti. Il terzo partito più grande di Westminster, lo Scottish National Party (SNP) guidato da Nicola Sturgeon, conta 31 parlamentari maschi e 16 parlamentari femminili.
“I laburisti hanno promosso tutte le liste di donne per affrontare lo squilibrio di potere e ha anche assicurato che le donne fossero selezionate nei seggi target. Ciò significa che a queste elezioni oltre la metà dei deputati laburisti sono donne”, afferma Sam Smethers, amministratore delegato della Fawcett Society, una organizzazione no profit che promuove l’uguaglianza e i diritti delle donne.
Il quadro generale. Se si considera il numero complessivo di donne che si sono presentate alle elezioni e quelle che si sono effettivamente guadagnate un posto, il quadro è tutt’altro che positivo, con solo una candidata su cinque che ottiene la maggioranza dei voti nelle rispettive competizioni.
“È deludente che solo il 20% di quelle donne rimaste in piedi abbia vinto il proprio posto. È chiaro che le donne devono avere più opportunità”, ha osservato il parlamento del gruppo 50:50, che fa campagne per un parlamento equilibrato per genere.