Il centrosinistra conferma il suo sindaco a Milano già al primo turno ed ora, con il ballottaggio, si riprende anche Roma. Ma il vero problema è l’astensionismo. Gli elettori al secondo turno a Roma sfiorano a malapena il 40%, a Milano non sfondano il 48%. Le elezioni a Roma e Milano hanno dato un volto al primo cittadino ma questi possono davvero sentirsi vincitori?
Elezioni a Roma e Milano: chi ha vinto?
Le amministrative del 3 e 4 ottobre sono state quasi un trionfo per il centro sinistra. In molti comuni ha visto delle conferme mentre in tanti altri è tornato alla guida di ciò che aveva perso in passato. È il caso delle elezioni di Roma e Milano dove hanno visto rispettivamente un ritorno e una conferma. A Roma il nuovo sindaco è Roberto Gualtieri. La capitale ha dovuto tornare al voto il 17 e 18 ottobre per il ballottaggio visto che nessuno ha superato il 50% dei voti. Lo sfidante di Gualtieri era Enrico Michetti. Al primo turno Michetti ha ottenuto più voti di Gualtieri ma, a quanto pare gli errori sono stati troppi durante la campagna elettorale. E i pochi elettori rimasti non perdonano. Probabilmente il centro sinistra è riuscito a raggruppare i voti dispersi tra i vari candidati del primo turno e, con un 60,15% di preferenze, elegge il suo sindaco. Grande rammarico per il centrodestra che perde anche la possibilità di insediarsi almeno nella Capitale dopo le rovinose elezioni. Infatti non é andata meglio per loro a Milano dove Sala è stato riconfermato sindaco già al primo turno sfiorando il 58% di preferenze. È degno di nota però far emergere che nei quartieri popolari di Milano il centro destra ha superato il centro sinistra. Ma da che mondo e mondo la sinistra non è sempre stata dalla parte della classe operaia, dei lavoratori e dei non-ricchi? Non vorremmo mai che Sala abbia lavorato così bene sugli elettori degli avversari tanto da dimenticarsi dei suoi…
Il centro destra e il disastro Roma
A chiamarlo “disastro Roma” sembra di parlare di una puntata de La Casa Di Carta ma qua il danno è reale e non da telefilm. Il ballottaggio di Roma rappresentava per il centro destra una delle ultime spiagge dove poter almeno fingere che qualcosa andava bene, e invece niente. Per perdere contro un candidato non troppo brillante come Gualtieri bisognava cercare qualcuno di ancora meno brillante. E Fratelli d’Italia c’è riuscito. Michetti non è stata la prima scelta. All’inizio Salvini e Berlusconi avevano gli occhi a cuore per Bertolaso ma, visto che non riescono a farlo vincere da nessuna parte, hanno lasciato perdere. La Lega poi ha tirato fuori un asso dalla manica: Simonetta Matone. Ex giudice e curriculum notevole ma Fratelli d’Italia non ne ha voluto sapere. Per loro la Capitale è una questione importante e hanno voluto un candidato a loro affine. Ed ecco arrivato Michetti. Purtroppo però la campagna elettorale non è stata eccelsa. Spesso la Meloni e Salvini hanno dovuto parlare per lui. Poi, mentre lui si dichiara democristiano (gran coraggio nel 2021) e non fascista spunta un’intervista imbarazzante dove parla di Shoah e immigrazione. La cornice è un centro destra diviso dove Forza Italia è al governo e tace, la Lega è al governo ma non ne è convinto e Fratelli d’Italia è all’opposizione ma alle amministrative si candida con Lega e FI che sono al governo. Vi conviene prendere carta e penna e fare uno schema se vi sembra complicato. In ogni caso se non si mettono d’accordo sulla strada da percorrere si autodistruggeranno.
And the winner is: Gli astenuti
Personalmente se fossi nelle scarpe di Gualtieri o Sala non esulterei eccessivamente. Più della metà della città dove sono stati eletti non si sono recati alle urne. Gualtieri si dichiara sindaco di tutti i romani, ma a quanto pare non per loro. Gli astenuti a Milano sono stati più del 52%. A Roma al primo turno sono stati più del 51% e al secondo turno toccano quasi il 60%. Numeri imbarazzanti. Perché è questo che sono, imbarazzanti. Ma ormai forse è anche ora di smetterla di dichiarare il voto un “dovere”. È chiaro che più della metà del popolo di queste due città non si riconosce nella politica. Crede che chiunque sarà l’eletto comunque non rispecchierà i suoi ideali. Quindi la vera domanda è: cosa manca alla classe politica italiana di oggi? Qualsiasi partito sta perdendo di fiducia e credibilità a quanto pare. E i numeri lo dimostrano. Addirittura chi si è proposto come alternativa a una politica ormai “vecchia” sta già cadendo nello stesso vortice di qualunquismo. Per più della metà degli abitanti di queste due città uno vale l’altro, è lo stesso. Ce la farà qualcuno prima o poi a riportare la fiducia del popolo nella politica? E riuscirà il popolo a comprendere che ogni scelta quotidiana è politica? Attendiamo.
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