giovedì, Aprile 17, 2025

Effetto Stroop: tra percezione e denominazione degli oggetti

L’effetto Stroop appartiene all’ambito della psicologia scientifica sperimentale. Esso rappresenta un esempio di variazione dei tempi di reazione nell’esecuzione di un compito ben definito. Riguarda le interferenze tra la percezione e la denominazione degli oggetti. Comprende anche i processi di lettura.

Cos’è l’effetto Stroop?

L’effetto Stroop appartiene all’ambito della psicologia scientifica sperimentale e riguarda le interferenze tra la percezione e la denominazione degli oggetti. Esso rappresenta un esempio di variazione dei tempi di reazione nell’esecuzione di un compito ben definito. Comprende anche i processi di lettura. Questo breve esperimento consente di far emergere alcuni aspetti del funzionamento cognitivo.

L’esperimento di Stroop

Il test di Stroop consiste nel far leggere a una persona parole che hanno come significato un colore. In alcuni casi, però, le scritte appaiono di un colore diverso rispetto a quello a cui fanno riferimento.

Lo psicologo statunitense John Ridley Stroop, nel 1935, ha pubblicato i suoi ‘Studies of Interference in serial verbal reactions’. Comprendevano questo esperimento. Esso consisteva, appunto, nel far leggere ai soggetti delle parole che avevano come significato un colore. In alcune di esse c’era corrispondenza tra il colore indicato dalla parola e quello con cui era stampata, altre invece avevano il significato di un colore diverso da quello con cui erano stampate.

Obiettivo

L’obiettivo dell’esperimento di Stroop è quello di creare una interferenza cognitiva e semantica: ad esempio, la mente tende a leggere meccanicamente il significato della parola. Infatti, legge la parola ‘rosso’ e pensa al colore ‘rosso’, ma l’inchiostro usato è di colore diverso, celeste nel caso di questa immagine.

La richiesta di pronunciare ad alta voce il nome del colore con cui è stampata la parola provoca un ritardo di elaborazione della risposta. Dunque, c’è differenza tra la percezione e la denominazione, e si può parlare di ‘effetto Stroop’.

Nelle presentazioni del secondo tipo, il tempo di reazione per leggere e riferire il colore era significativamente maggiore rispetto al primo tipo, dove doveva soltanto pronunciare ciò che leggeva.

Nelle situazioni riconducibili a quella del secondo tipo, si verificava un rallentamento del tempo di reazione, oppure un aumento degli errori.

Il test di Stroop per lo studio del controllo inibitorio

Uno dei test più utilizzati per lo studio del controllo inibitorio è proprio il test di Stroop. Dunque, indaga sulla capacità di inibire la risposta a stimoli irrilevanti per poter conseguire un obiettivo presente nella mente. Cioè, sulla capacità di attenzione e controllo della risposta.

Il test è volto a verificare la capacità di risposta corretta in condizioni in cui si verificano interferenze di stimoli.

Infatti, esamina la capacità di inibire l’interferenza che si verifica quando l’elaborazione della caratteristica di uno stimolo influisce, nello stesso momento, sull’elaborazione di un altro aspetto dello stesso stimolo. Quindi, attraverso l’esperimento di Stroop è possibile testare la capacità degli individui di inibire l’interferenza tra processi, cioè tra la percezione e la denominazione.

E’ un test neuropsicologico, che viene usato sia per scopi sperimentali, ovvero ricerche e studi, sia per scopi clinici, come diagnosi di disturbi cerebrali o mentali.

Come risponde il cervello agli stimoli?

Questo esperimento consente di renderci conto di alcuni aspetti del nostro funzionamento cognitivo, che sono oggetto di studio della psicologia sperimentale fin dai suoi albori.

È infatti necessario inibire la risposta automatica. Essa porta a leggere e a compiere uno sforzo cognitivo per attivare la risposta che corrisponde alla percezione del colore.

Le operazioni di risposta del cervello agli stimoli sono di due tipi:

  • non coscienti, ovvero i processi automatici. Si attivano senza che se abbia coscienza;
  • coscienti, ovvero controllate. Si attivano con la consapevolezza.

Si deduce dall’esperimento che i processi automatici si attivano ancora prima di rendersene conto. Mentre nel momento in cui si è chiamati a dare una risposta che implica l’attivazione di entrambi i processi, i primi prevarranno.

http://https//www.periodicodaily.com/il-funzionamento-del-cervello-per-lisa-feldman-barrett

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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