Questo libro, dal titolo “Effetto Draghi”, conduce il lettore a ripercorrere i fatti politici più recenti di rilevanza costituzionale. Sono quelli a cui si è assistito nel corso del recente passaggio di consegne.
Qual è stato l’effetto Draghi?
Scadenze 2021: arrivano le proroghe del Governo Draghi
Negli ultimi mesi, il nostro Paese ha visto susseguirsi in rapida sequenza una crisi di governo, un incarico conferito in piena autonomia dal Presidente della Repubblica e la nascita di un governo frutto di un dosaggio molto accorto tra tecnici e politici. Proprio per la sua novità resta impossibile qualificarne la sua vera natura. Il risultato, dunque, è che il governo Draghi nasce come apparato sorretto da una larghissima maggioranza parlamentare. Situazione destinata sicuramente a funzionare nell’attuale fase dell’emergenza, ma che sarà molto difficile da guidare quando l’emergenza verrà a cessare. Tante sono dunque le novità che oggi si prospettano rispetto agli schemi tradizionali del nostro governo parlamentare. Novità di cui la scienza costituzionale si trova ora impegnata a spiegare le cause e i possibili effetti.
Leggendo il libro di Armaroli
Dalla lettura di questo libro di Armaroli l’impressione che si trae è che la spiegazione di queste cause e di questi possibili effetti possa essere trovata in un certo tipo di rapporto. Si tratta di quello che ormai da tempo contrappone il sempre più precario stato di salute del nostro sistema dei partiti alla notevole stabilità di un impianto costituzionale sottoposto a continue tensioni, ma validamente sostenuto da un largo consenso popolare oltre che da un forte attivismo dei suoi organi di garanzia. Questa contrapposizione si è andata aggravando nel corso degli ultimi anni. Inoltre, ha contribuito a determinare nel nostro Paese l’inedita configurazione di un sistema politico “fragile”, ma sorretto da una Costituzione “forte”, in quanto storicamente ben radicata e capace di adattarsi per la sua notevole elasticità agli eventi.
L’effetto Draghi spinge al ritorno alla Costituzione
Una contrapposizione, quindi, che in questa fase di emergenza può concorrere a spiegare quel “ritorno alla Costituzione” cui si è assistito nella formazione del governo Draghi. Questo è un aspetto che Armaroli ben sottolinea. Un “ritorno” che ha condotto a rivalutare la formulazione letterale di una norma (l’art. 92 della Costituzione) depurandola dalle interpretazioni distorsive imposte in passato dalla forza dei partiti.
La nostra Costituzione è davvero ancora così forte?
Resta pur sempre un dubbio sull’esito finale del gioco avviatosi. La nostra Costituzione sarà ancora tanto “forte” da poter imporre al sistema politico quel rinnovamento necessario a superarne la sua tradizionale “fragilità”? Oppure sarà la “fragilità” di tale sistema che alla fine verrà a minare le basi dell’impianto costituzionale fino a determinarne il blocco? Il dubbio per il momento resta, ma questo non esclude la speranza che, con i fatti recenti, si sia aperta ancora una volta la strada che può condurre la nostra Costituzione, per i valori unificanti che distinguono la sua storia, a imporsi e a vincere la partita.
Le critiche di Armaroli
Armaroli chiaramente fa capire come i due governi che si sono succeduti dopo le elezioni del 2018 “non sono stati di diretta derivazione popolare, ma invece il risultato di manovra di Palazzo” e ne ha per tutti. Anche per gli “intoccabili” senatori a vita. “Se per malattia, per il peso degli anni [..] non se la sentono di partecipare ai lavori del Senato, dovrebbero seguire per decenza l’esempio di Papa Ratzinger. […] Dopo tutto, il capoverso dell’articolo 1 del regolamento di Palazzo Madama vale pure per costoro. Recita: ‘I senatori hanno il dovere di partecipare alle sedute dell’Assemblea e ai lavori delle Commissioni’. E poi il capoverso dell’articolo 54 della Costituzione parla chiaro. Stabilisce che ‘I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore’ “.