È un quadro a dir poco deprimente quello che emerge dall’ultimo rapporto sull’edilizia scolastica realizzato dalla Fondazione Agnelli in base ai dati raccolti e analizzati nel 2018. In sintesi, le scuole italiane risultano obsolete, pericolanti, poco sicure per studenti, insegnanti e personale amministrativo e anche poco adatte al corretto svolgimento dell’attività didattica. Inoltre sono numerosi gli edifici che sorgono in zone a rischio, come nei pressi di discariche o di campi elettromagnetici, oppure a pochi passi da stabilimenti industriali alquanto inquinanti e nocivi per la salute

Guardando ai numeri, allo scorso anno risultano ben 9.200 gli edifici poco sicuri, mentre sono 3.110 quelli che, tenendo conto dei rilievi effettuati negli ultimi tre anni dai tecnici, lamentano importanti precarietà strutturali come solai, soffitti e muri che avrebbero bisogno di decisi e profondi interventi di ristrutturazione e ammodernamento. Da non sottovalutare, inoltre, l’aspetto che vede ormai fin troppo datati i vari stabili: su un totale di 39mila, ben due terzi sono stati costruiti più di 40 anni fa, di cui diversi risalgono addirittura ai primi del Novecento.
Ovviamente, a causa della mancanza di un’adeguata opera di intervento e manutenzione, risultano carenti anche sotto il profilo energetico, con appena il 38% delle scuole che presenta i doppi infissi, e soltanto il 12% che assicura un pieno isolamento delle pareti esterne. Per quanto riguarda i pannelli solari che sono in grado di garantire energia rinnovabile e pulita, il dato crolla ancora più in basso, con un quarto degli immobili che ne sono dotati. Dunque, dal rapporto sull’edilizia scolastica si evince chiaramente come siamo di fronte ad un patrimonio generale ormai obsoleto, superato e per certi versi pericoloso. Gli analisti hanno anche sottolineato che questa situazione di arretratezza va ad inficiare anche il pieno e corretto svolgimento dell’attività didattica.
Edilizia scolastica: è necessario un piano di rinnovamento da 200 miliardi di euro
L’analisi firmata dalla Fondazione Agnelli parte proprio dalla datazione ormai eccessiva che hanno raggiunto le scuole della nostra penisola. L’età media è di circa 52 anni, con un minimo di 42 che riguarda le strutture della Calabria e del Molise, fino al limite massimo di quelle della Liguria che in alcuni casi raggiungono anche i 72 anni (il Piemonte ha una media di 64 anni). Gran parte di questi immobili è stata edificata verso gli anni ’60-’70, ossia in concomitanza con il boom demografico che portò alla costruzione di circa 800mila nuove scuole ogni anno. Ma il problema maggiore è legato al mancato rinnovamento degli stabili che, in diverse circostanze, ha provocato drammatici episodi di cronaca.
Dalla relazione sull’edilizia scolastica si apprende che purtroppo quasi tutte le nostre scuole risultano «fragili e insicure», prive dei parametri antisismici e realizzate con materiali a basso costo, scadenti e facilmente deperibili. Inoltre si denuncia una quasi totale assenza di attività politiche volte alla ristrutturazione e alla manutenzione.
Scuole sicure, varato il progetto per il 2019/2020
Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, ha spiegato al quotidiano Repubblica che bisognerebbe introdurre una sorta di Piano Marshall rivolto al sensibile miglioramento dell’edilizia scolastica. Innanzitutto è necessario che quest’ultima venga inserita ufficialmente tra le infrastrutture, così si potrebbe agire con maggiore efficienza per migliorarne le condizioni di sicurezza e assicurarne un regolare svolgimento delle attività didattiche. Sono state anche fatte delle stime sull’investimento che servirebbe per rendere finalmente questi edifici rispondenti ai requisiti di base richiesti. Gavosto ha affermato che, considerando l’ultimo parametro stimato, la spesa si aggira intorno ai 1.350 euro a metro quadro compresi di arredi e opere d’intervento.

Di conseguenza, siccome attualmente le strutture didattiche si estendono nelle varie città italiane per circa 150 milioni di metri quadri, il computo generale è di circa 200 miliardi di euro. Il direttore della Fondazione Agnelli ha riconosciuto che si tratta indubbiamente di una somma molto alta che si potrebbe reperire attuando un piano della durata ventennale che possa essere integrato con mutui BEI e con la riduzione dei costi legati agli sprechi sui consumi energetici. Secondo i calcoli illustrati da Gavosto, si andrebbe incontro ad uno stanziamento statale da 10 miliardi di euro annuali come quello già approvato per Quota 100 o per il reddito di cittadinanza. Infine ha chiarito che non sarà necessario costruire nuovi edifici perché a causa del calo demografico entro il 2030 ci sarà un tracollo di almeno un milione di studenti nelle scuole.